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Lukaku, Dybala e Icardi, il triangolo non era considerato. Nainggolan via per scelta (degli altri), ma ha ancora due anni con l'Inter. La Juventus è prigioniera di se stessa

di Andrea Losapio
Nato a Bergamo il 23-06-1984, vive a Firenze. Giornalista per TuttoMercatoWeb dal 2008. Ha collaborato con Odeon TV, SportItalia e Radio Sportiva. Dal 2012 lavora per il Corriere della Sera
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© foto di Lorenzo Di Benedetto

"Sarà un mercato infinito". Le parole più usate dai procuratori in questa settimana di mercato, placida come (quasi) mai tra gli hotel milanesi, è questa. Perché è tutto bloccato, le big sono legate ai domini dei loro calciatori in esubero. Quanti professionisti ci sono in Serie A? Ci sono squadre che hanno 60-70-80 giocatori sotto contratto e, ogni stagione, ne arrivano altri 10-15 dalla Primavera. Un esercito che non può sempre trovare posto, anche se alle volte sono salvifici per i bilanci: quante plusvalenze esagerate si sono succedute di questi tempi? Portieri che vengono acquistati per 6-7 milioni di euro e poi spediti in Serie B, attaccanti che non hanno mai fatto presenze in Serie A che raggiungono i 4 o 5, altri che fanno un viaggio per dodici mesi per poi tornare (a prezzo maggiorato) poco dopo.

Per questi motivi tutti attendono l'esito dello scambio Dybala-Lukaku. Il belga ha trovato l'accordo con la Juventus, i due club vogliono chiudere, l'argentino però non crede che il campionato inglese sia fatto per lui. Lo United ha alzato a 12 milioni di euro annui - per cinque anni, 60 totali - lo stipendio per la Joya, probabilmente domani se ne saprà di più. Ma a quel punto cosa succederà con Icardi? Ha già scelto dove giocare, cioè la Juventus, probabilmente anche il prezzo, intorno ai 40 milioni di euro. Qui le tempistiche sono diverse, chissà se il 31 agosto cambierà qualcosa (con il mercato aperto fino al 2). E chissà che, se si dovesse sbloccare Lukaku, non ci possa essere un giro allargato tra i tre.

Capitolo Radja Nainggolan: sin dal primo giorno sapeva di volere andare a Cagliari, la Fiorentina ci ha provato - ma stipendi e bonus sono troppo alti - ma Giulini ha deciso di fare un grande passo. E Nandez? Congelato, anche perché le spese non sono finite, con Defrel in avvicinamento. Nainggolan è stato bocciato dal tecnico (e probabilmente da una parte della dirigenza) ed è stato mandato via a ogni costo. Prestito secco: vuol dire che fra un anno ci sarà una nuova querelle, chissà se in positivo o in negativo.

Per concludere, la Juventus è prigioniera di se stessa: paga stipendi altissimi, non vuole rinforzare avversarie, non può cedere calciatori a società medie per via, appunto, degli ingaggi. Così è costretta a cedere all'estero, trovare plusvalenze per salvare il bilancio, sperare nei parametri zero. È realmente un elefante in una cristalleria e il rischio è che possa rompere tutto una mossa azzardata. O, semplicemente, esagerare con le spese da fair play finanziario.

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