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Lo scudetto “alla milanese”, la (legittima) puntura di Lapo alla Juve di Allegri, l’inutile gol-doppio di Coppa Italia, la certezza sulla cessione del Milan. E “quel bollito” di Ancelotti…

di Fabrizio Biasin
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Oggi polemiche, ché la Pasqua è andata, la Pasquetta pure e senza brontolare che gusto c’è?

La prima: il gol doppio in Coppa Italia. Oggi iniziano le semifinali di ritorno di Coppa Italia, la prima questa sera a San Siro, la seconda domani a Torino. In Coppa Italia vale ancora il gol doppio. Lo abbiamo già scritto a suo tempo: non è normale. Ti dicono “Non potevano cambiare il regolamento a competizione iniziata”, ma per quanto ci riguarda non è una giustificazione. Questione di buonsenso: l’andata/ritorno è prevista solo nelle semifinali, sarebbe stato molto più logico uniformare la maltrattatissima coppetta al resto delle competizioni intercontinentali. E invece no, il nostro calcio resta nel “medioevo” (cambieranno il regolamento la prossima stagione). Questa cosa creerà polemiche stucchevolissime? Speriamo di no, ma visto il risultato delle partite di andata è tutto tranne che impossibile. Fine della polemica.

La seconda: la programmazione delle partite. Gli stadi sono tornati a capienza piena. Benissimo. I tifosi, tra l’altro, accorrono in massa: dall’Olimpico strapieno per la Conference League a Juve-Inter, da Milan-Bologna e Milan-Genoa a Napoli-Fiorentina e Napoli-Roma, fino al derby di questa sera (record d’incasso per la competizione). Ecco, sarebbe il caso di agevolare i tifosi con un minimo di programmazione in più. Gli orari del turno in programma questo fine settimana sono stati annunciati venerdì, quelli del successivo non li conosciamo. E se uno vuole – che ne so – prenotare una stanzetta, portarsi avanti, prendere un treno o un aereo… deve attendere. “Questioni di forza maggiore”, spiega il Palazzo, ma non si capisce perché altrove sia tutto meno complicato. Fine della polemica.

La terza: la contemporaneità. Questa è realmente stucchevole. C’è chi dice “bisogna giocare tutti in contemporanea altrimenti si falsa il campionato”. Ci sono tre squadre che lottano per lo scudetto (da ieri forse due). Sono staccate di pochissimo l’una dall’altra. Semplicemente, se vogliono conquistare il tricolor devono vincere le loro partite. Ditemi voi quanto può incidere giocare prima o dopo. Bah.

E comunque le tv pagano centinaia di milioni ai club e hanno diritto di “spezzettare” quanto vogliono, c’è poco da aggiungere. Fine della polemica.

La quarta: non c’è una quarta polemica, al momento.

Altre cose.

A meno che non accada l’armageddon sportivo, Carlo Ancelotti vincerà la Liga. Ha vinto la Serie A nel 2003-2004, la Premier League nel 2009-2010, la Ligue1 nel 2012-2013. La BundesLiga nel 2016-2017, più altre tonnellate di coppe. Gli abbiamo dato del bollito, inutile far finta di nulla, almeno due o tre anni fa. Siamo fessi. Molto. E sarà fesso anche Florentino Perez se dopo averlo riportato con grande lucidità a Madrid, deciderà di non confermarlo (e qui, se vogliamo, c’è un’altra mezza polemica).

E ancora, il Milan. A quanto pare il Milan passerà al fondo del Bahrain InvestCorp, ce lo stanno dicendo gli stessi interessati in tutti i modi. L’offerta c’è e non è certo banale: 1,1 miliardi di dollari. Elliott ci pensa e ci mancherebbe altro. Ovviamente abbiamo tutti quanti rispolverato la nostra laurea “auto-honoris causa” in economia: “Questo significa che il Milan spenderà 300 milioni sul mercato!”. E altri: “No! Questo fondo è meno ricco di quello americano!”. E altri: “Ti regalo cento euro, povero”. E così via. Abbiamo solo una certezza: il lavoro del fondo americano ha funzionato, sono arrivati acquirenti e presumibilmente arriverà anche un guadagno. Bravissimi. Il resto lo dirà il finale di stagione perché, ovviamente, ai tifosi interessa la gestione dei conti, certo, ma soprattutto interessano le vittorie.

Su Allegri e sulla sua stagione juventina abbiamo già fatto dieci volte su e giù sull’altalena del giudizio. A poche giornate dal termine e dopo la prestazione con il Bologna non possiamo che fare un passo indietro: la squadra che contro l’Inter aveva finalmente trovato un’identità precisa (e in qualche modo anche sorprendente), l’ha immediatamente ripersa. Contro il Bologna i bianconeri hanno fatto tanti, troppi passi indietro. E ad aprile, tutto questo, dà tanto valore al tweet di Lapo Elkann (“Stiamo poco Allegri! Allegri…).

Fine.

Ah, sono abbastanza sicuro che alla prima domanda nella conferenza post derby di questa sera, Simone Inzaghi, risponderà così: “Ma io penso che…”.

Accetto scommesse.

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Lunedì 20 Maggio 2024
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