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La vittoria contro Malta non cambia lo scenario. Mancini doveva imporre un nuovo progetto dopo l’eliminazione Mondiale. Retegui ci regala un sorriso ma che tristezza andare a elemosinare oriundi all’estero

di Luca Calamai
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© foto di Federico De Luca

La vittoria contro Malta non cambia lo scenario complessivo. Ci mancherebbe altro che l’Italia non fosse capace di battere una Nazionale di quel livello. Andremo in ogni caso agli Europei perché con il torneo sempre più allargato fra poco potrebbe avere speranze anche San Marino. L’unico sorriso sono i due gol di Retegui. Mancini ha occhio per i talenti. Lo sapevamo. Ma che tristezza dover andare in giro per il Mondo ad elemosinare giocatori. E’ la fotografia di un calcio italiano sempre più povero. Sempre più colpevole.
Già, dopo lo schiaffo per l’eliminazione ai Mondiali come ha reagito la Federcalcio? Quali iniziative rivoluzionarie sono state prese per dare vita a un nuovo progetto?
La risposta è semplice e amara: nessuna. Purtroppo a caldo siamo pronti a rovesciare il mondo, il secondo giorno siamo già annoiati e una settimana dopo abbiamo già la testa lontana dalla questione mille chilometri. Questo succede con il calcio e purtroppo su temi anche più importanti.
Sono rimasto profondamente deluso dall’atteggiamento di Mancini. Poteva andarsene dopo l’eliminazione mondiale (forse sarebbe stata anche la scelta più giusta per aprire la strada a un tecnico con nuove motivazioni) di sicuro avrebbe dovuto pretendere insieme alla sua conferma lo sviluppo di un progetto nuovo. Trovo sorprendente che un uomo di Palazzo e di potere come Mancini si sorprenda nel vedere le società puntare su bomber stranieri.
Lui che ha fatto in passato quando era alla guida di squadre di club? Invece di limitarsi ai consigli per gli acquisti avrebbe dovuto pretendere che il calcio italiano tornasse a produrre talenti veri. Rivoluzionando i settori giovanili, creando magari delle Academy sotto l’egida della Federazione e con tecnici scelti proprio da Mancini. Invece niente. Solo accuse lanciate al vento.

E la Federcalcio? Il presidente Gravina è impegnato in tante battaglie politiche e ha perso di vista che il suo ruolo imporrebbe come aspetto prioritario quello di creare le condizioni per rilanciare il nostro calcio. Affidandosi a figure della massima competenza e del massimo prestigio. Metta sul piatto qualcosa di serio e si ritroverà al suo fianco un esercito vero. Non solo politici.
Nel frattempo auguriamoci che ci piova dal cielo un altro Pablito Rossi, un altro Pirlo, un altro Chiellini, un altro Buffon… Il problema non è fare uno stage in più. Il problema è ripensare il calcio italiano dalle fondamenta. Se Mancini non ha più voglia di combattere questa difficile battaglia allora sinceramente di lui possiamo fare anche a meno.

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