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La spinta che serviva alla Juventus: finalmente all’altezza in Serie A. L’Inter cade in piedi, perché Conte è a testa alta. La follia di Napoli, Allegri e Benitez per Gattuso. Il non podio del mercato

di Tancredi Palmeri
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Serviva alla Juventus - più che un risultato o una vittoria in Italia - una partita di personalità. Perché aveva perso con l’Inter, pareggiato con Roma, Lazio e Atalanta ma messa sotto sul piano del gioco, vinto con il Milan che però con metà squadra fuori l’aveva messa alla frusta. E stavolta ha vinto e ha fatto valere la sua personalità, neanche in questa gara prevalendo sul piano della proposta tattica, ma ormai abbiamo capito che la Juventus di Pirlo si trova nel suo quando può fare 4-4-2 e contropiede. Ma non esiste solo una maniera di giocare, e la Juve finalmente si è mostrata all’altezza in Serie A (vabbè era Coppa Italia, ma era il derby d’Italia, fa istess) in una grande partita, perché è stata intensa per tutto il match. E non è poco reagire all’1-0 dell’Inter che stava meritando, facendo proprio affiorare il palleggio rivedibile della Juve in possesso. Il maggior merito dei bianconeri è stato proprio quello di non disunirsi, e metterci agonismo, poco importa che l’Inter ci abbia messo del suo a farsi fare due gol con la collaborazione di Calvarese, perché la Juve l’ha provocato l’errore altrui, tenendosi insieme con mentalità.
Ogni settimana qua sembra decisiva, e dunque vedremo la valenza della partita, ma sembrava la spinta che serviva alla Juventus: non una partita vinta larga o sicura contro una piccola o una media, ma essere presenti e intensi per tutti i 90 minuti senza per forza dipendere dalla giocata di Cristiano Ronaldo. Che poi la doppietta l’ha siglata lui, ma il punto è che l’Inter tranne che nel quarto d’oro finale del Primo Tempo poi ha fatto nel complesso una ottima partita; ma la Juve le ha tenuto testa proprio per la personalità che in verità mai aveva perso, ma stavolta senza tirare a campare speculando.
Se Pirlo può pensare a questo come un vero inizio di ambizione, per una volta Conte invece esce a testa alta da un risultato deludente. In verità nella sconfitta contro il Milan, o nei pareggi con Atalanta, Roma e Lazio, era stata sempre l’Inter a fare la partita, ma i gol subiti erano arrivati in coda a un momento di stanca della squadra che non era rimasta concentrata da grande squadra.
Stavolta però è stato diverso.
Direte: ma come, forse questa volta ancora di più l’Inter i gol se li è fatti da sola. Vero, ma diversamente dalle partite con le altre grandi, stavolta si è trattato di errori tecnici estemporanei dei singoli giocatori, non di una sveglia presa in seguito a 10/15 minuti stiracchiati d’inerzia in cui l’Inter si rilassava. E il Secondo Tempo dell’Inter è stato come doveva essere, attaccando bene e infrangendosi solo sulla vigorosa resistenza della Juventus, non come spesso era accaduto ai nerazzurri con un’isteria disperata che portava palloni senza costrutto nell’area avversaria.
Ci sono sconfitte e sconfitte, e questa per Conte è una dove non perdere la testa.
Quello che sta invece sta succedendo a Napoli: contattati Benitez e Allegri per sondare la disponibilità, Gattuso talmente esautorato nel futuro che si è sentito in libertà di mollare gli ormeggi e esprimente il proprio malcontento nei confronti del datore di lavoro, un’azione che non volge mai a favore dello stipendiato.
Con tutte le critiche che si possono rivolgere a Gattuso, ha però a disposizione una squadra da piazzamento Champions, e quello si sta giocando, e lo sta facendo senza Osimehn e Mertens fuori da 3 mesi. Incredibile come il mondo Napoli si stia volendo così poco bene, mettendo inutilmente sotto pressione il progetto senza che ancora ce ne sia il motivo.

Chiusa la peggiore finestra di mercato che si ricordi, è anche difficile mettere assieme il podio delle migliori operazioni. Zitto zitto il Verona si è portato a casa pur sempre una riserva della Nazionale come Lasagna a 6.5 milioni, ed è forse una operazione troppo sottovalutata.
Ma le cose più pesanti sono quelle che abbiamo perso: Milik se lo contendevano le grandi, ed è finito per 8 milioni al Marsiglia. Era una causa persa quindi sono 8 milioni in più per il Napoli, ma è pur sempre un affare.
Ma soprattutto il Papu Gomez. D’accordo, la situazione era incancrenita e non si voleva darlo a una concorrente in Italia. Tutto quello che volete.
Ma il miglior giocatore della passata stagione se n’è andato al Siviglia per soli 5 milioni. In sé, una bestemmia.
E il bello è che in Italia avevano trattato Monchi da scemo…

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