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La notte del potenziale sorpasso e un gol che può valere lo Scudetto. I 100 migliori giovani: Milan e Atalanta esempi da seguire. Giocatori in scadenza, Tare ha ragione: il vento soffia verso Milano

di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Comunicazione presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per Tuttomercatoweb.com dal 2008, è il vice direttore dal 2012
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Adesso la prospettiva è cambiata. Dopo un tie-break durato settimane fatto di ace serviti all'incrocio delle linee per replicare ad altri colpi vincenti, ecco il sabato che ha smosso le acque in vetta alla classifica. Quello del passo falso, dell'errore gratuito. Doveva essere la giornata della svolta, quella dei big match che potevano cambiare le carte in tavola, e così è stato.
La Juventus è virtualmente al primo posto grazie a un guizzo di Paulo Dybala. Quella dell'Olimpico è stata una brutta gara, priva di emozioni e ricca di noia. Ma la rete dell'argentino, proprio perché arrivata al fotofinish e in una partita che era già stata archiviata col risultato di 0-0, è risultata ancora più pesante e decisiva.
Un gol tutto tenacia e determinazione che 'rischia' di essere determinante perché la Juventus adesso non è solo virtualmente al primo posto, ma ha un calendario decisamente più agevole dei partenopei fino allo scontro diretto del prossimo 22 aprile.
Una rete pesantissima che ha forse condizionato anche i ragazzi di Sarri scesi in campo subito dopo Lazio-Juventus: dall'illusione di un possibile allungo in classifica all'amara certezza che questa Juve, in un modo o nell'altro, la vittoria la porta sempre a casa. Il risultato è stato un Napoli più disattento del solito che ha permesso a un'ottima Roma di conquistare il San Paolo e il terzo posto.
Ora la squadra di Allegri è di nuovo la grande favorita per la vittoria finale. Anche se questo Napoli, che resta comunque un gran bel Napoli, proverà fino alla fine a dare del filo da torcere ai bianconeri in questo appassionante duello Scudetto.

Esperimento riuscito. In settimana TMW ha stilato la lista dei 100 migliori giovani italiani. Dopo la mancata qualificazione al Mondiale sentiamo ripetere un giorno si e l'altro pure che bisogna partire dai giovani, che serve scovare nei settori giovanili e nelle serie minori i ragazzi più forti per poi valorizzare il prodotto nostrano. E noi abbiamo provato a dare visibilità a questi giocatori in erba nati tra il 1997 e il 2002 trovando grande riscontro tra gli addetti ai lavori e, soprattutto, tra i nostri lettori.
Scontato il primo posto di Gianluigi Donnarumma, seguito a ruota da Federico Chiesa e Patrick Cutrone. Due rossoneri sul podio, a cui si aggiunge Locatelli nella top ten e tanti, tantissimi, rossoneri che sono nel settore giovanile o che stanno maturando altrove. Il dato emerso è che questo Milan in quanto a valorizzazione dei giovani è un passo avanti a tutte le altre. Giocatori che di cartellino non sono costati 1 euro e che adesso hanno un valore di mercato altissimo come Gigio e Cutrone. Un motivo in più (o quello principale, dipende dai punti di vista) per capire che puntare sui settori giovanili è un'arma necessaria per crescere e competere ad alti livelli.
Del resto, il grande Barcellona degli ultimi anni è nato proprio così: grazie alla sua Masia.
Una lezione che in Italia non hanno compreso in molti, ma che sicuramente ha ben chiara l'Atalanta
, l'altro club che da questa indagine ne esce come modello da seguire. Il settore giovanile orobico è florido almeno quanto quello rossonero. Le plusvalenze di Gagliardini, Caldara o Bastoni sono solo la punta dell'iceberg di una società che coi suoi ragazzi lavora benissimo. E che utilizza i soldi derivanti dalle cessioni anche per ampliare un centro sportivo che punta a diventare un fiore all'occhiello in Italia e non solo dopo l'ultimo investimento da 4.5 milioni di euro.

Mirino puntato, infine, sui giocatori in scadenza. Se ne parla poco, e nel momento più delicato della stagione è anche giusto così, ma sono queste le settimane in cui si stringono accordi e si firmano in gran segreto contratti che poi verranno ufficializzati a stagione conclusa. Quando una ufficialità, quella che noi evidenziamo in rosso, non sposterà più gli equilibri nello spogliatoio e le gerarchie in campo. Ha ragione Tare quando - tra il serio e il faceto - dice che è il vento a portare gli svincolati verso Milano. Perché proprio le due squadre che oggi si sfideranno nel derby, grazie alla possibilità di offrire ingaggi importanti, sono le silenziose protagoniste di questi giorni.
Il Milan ha praticamente già chiuso due accordi per la prossima stagione: presi Ivan Strinic e Pepe Reina, con lo spagnolo che arriverà a prescindere dal futuro di un Donnarumma che, fosse per Raiola, sarebbe già andato via da Milano dalla scorsa estate. Ma al momento è ancora lì.
E' un Mirabelli in 'versione Galliani' quello che dopo aver già chiuso due acquisti si sta muovendo anche per Max Meyer, centrocampista che ha rifiutato il rinnovo con lo Schalke 04. Il ds rossonero ha anche valutato il nome di Kwadwo Asamoah, ma in questo caso a spuntarla sarà l'altro club di Milano, quell'Inter che in questo momento è in vantaggio anche per il calciatore in scadenza più ambito della Serie A: Stefan de Vrij. L'accordo da 4 milioni di euro netti a stagione per cinque anni già c'è, ma l'olandese in questo momento aspetta. Fatto il passo più difficile, cioè rompere del tutto con la Lazio, De Vrij vuole concludere la stagione e aspettare altre eventuali offerte prima di prendere decisioni definitive.
Bernard e Facundo Ferreyra dello Shakhtar Donetsk e Mario Balotelli del Nizza tre giocatori che, attraverso i rispettivi procuratori, in questi giorni si stanno proponendo praticamente a tutti, ma non hanno ancora alcun accordo. Mentre Emre Can, forse il miglior svincolato che c'è in Europa, è l'obiettivo numero uno della Juventus. Marotta e Paratici ci stanno provando da un anno, sono avanti alle rivali - Bayern Monaco e Real Madrid - ma sanno che senza la firma del fortissimo centrocampista tedesco non c'è da dormire sonni tranquilli. E quella firma, per il momento, non è arrivata. Carrellata da chiudere con una scelta di cuore, con la decisione di Domenico Criscito di non rinnovare con lo Zenit San Pietroburgo e tornare in Italia, tornare in quel Genoa a cui il difensore di Cercola è legato a doppio filo e con cui tornerà a giocare dopo sette stagioni in Russia.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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