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La grande farsa. Ovvero, come Messi continuerà a comandare il mondo Barcellona anche nei prossimi anni

di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per Tuttomercatoweb.com dal 2008, è il vice direttore dal 2012
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Tre settimane per scuotere il mondo del calcio. Per far sognare ai tifosi di tutto il mondo che sì, era possibile vedere il giocatore più forte del mondo con un'altra maglia, e poi fare un passo indietro. Leo Messi ha annunciato che resterà al Barcellona venerdì pomeriggio. E l'ha fatto con una strategia che nei tempi, nelle mosse e nelle dichiarazioni aveva un unico intento: passare da vittima, da ostaggio di una società che non l'ha liberato nonostante le promesse.

Non è proprio così. Anzi, non è affatto così. Anche se mi rendo conto che sia difficile raccontare qualcosa di diverso quando è Messi a prendere la parola e a raccontare la sua versione dei fatti. Perché Messi è Messi, è un genio del calcio con milioni di persone pronte a difenderlo a prescindere dal contenuto. E dall'altro lato c'è il brutto e cattivo Bartomeu: che di errori nella sua gestione ne ha commessi tanti, troppi, e che infatti andrà via a testa bassa. Ma che, giustamente, non voleva passare alla storia come il presidente che aveva venduta Leo Messi.

Scontato schierarsi dalla parte di Leo. Anche perché la sua strategia è stata ben studiata: nel primo pomeriggio di venerdì pubblica un comunicato in cui fa sapere che, a suo avviso, la clausola da 700 milioni di euro non è valida. Che può davvero liberarsi a zero... Sembra il preludio di una battaglia legale, ma poi poche ore dopo con una intervista dice di fare un passo indietro: voleva andare via ma, pur di non intentare causa contro il club della sua vita, resterà un altro anno. Perfetto, no?

Perfetto, peccato però che la realtà di Messi non sia la verità dei fatti. Difficile pensare che l'ingenuo Messi sia stato abbindolato dal cattivo Bartomeu anche perché Leo aveva il coltello dalla parte del manico, aveva la possibilità di rescindere il contratto entro il 10 giugno e andare altrove. Nessuno avrebbe potuto dire nulla, nessuno avrebbe potuto intentare causa legale, ma avrebbe dovuto prendersi la responsabilità della scelta. Vado via perché ho deciso di andare via.
Invece no, la versione che adesso passerà alla storia è un'altra: "Volevo andare via da tempo, il presidente mi ha detto più volte che non ci sarebbero stati problemi e non ho esercitato la clausola perché la stagione non era finita. Poi, dopo la Champions, mi ha detto che per andare via avrei dovuto portare i soldi della clausola". Un Messi ingenuo, insomma, preso in giro dalla società.
Poco credibile, francamente. Perché l'argentino per andare via doveva solo prendersi la responsabilità della sua scelta. Non l'ha fatto, e ha chiesto a Bartomeu di passare alla storia come il peggior presidente della storia del club, di passare alla storia come colui che aveva firmato la cessione di Leo Messi. Chi l'avrebbe fatto? Nessuno. E infatti non l'ha fatto nemmeno Bartomeu.

Pensateci: se Messi fosse andato via esercitando la clausola, sarebbe passato come il leader che abbandona la barca mentre affonda. Dopo le ultime tre settimane invece lo scenario è totalmente cambiato e Messi sta 'regalando' un altro anno della sua carriera al Barcellona. Se tra un anno andrà via nessuno potrà dirgli nulla ma, fateci caso, nella lunga intervista che Messi ha concesso mancava una sola risposta, ovvero chiarire cosa farà nel 2021. E qui inizia la seconda parte di una storia in realtà meno incerta di quanto possa sembrare.

In casa Barcellona sono già state indette le elezioni per eleggere il nuovo presidente per il prossimo 15 marzo. Al momento ci sono due candidati: il primo è un ex presidente, quel Joan Laporta che è stato il primo vero presidente di Messi ma anche il presidente di Josep Guardiola (che proverà a riportare in panchina). Il secondo è Victor Font, non un candidato in contrapposizione a Laporta: anche lui ha già detto che gli piacerebbe riportare Guardiola al Barcellona, ma qualora dovesse spuntarla lui molto più probabile l'arrivo di Xavi, che a gennaio ha detto no (fu poi chiamato Quique Setien) principalmente perché non voleva legare il suo nome a quello di Bartomeu. Quest'ultimo, non potendosi ripresentare avrebbe dovuto annunciare un candidato suo erede. Operazione che, a questo punto, appare quasi inutile...
Le schermaglie a suon di dichiarazioni e mosse ufficiali sono già iniziate. Ieri Laporta ha firmato una mozione di sfiducia nei confronti di Bartomeu, Font l'aveva già fatto in precedenza e ha ripetutamente chiesto le sue dimissioni nelle ultime settimane. Ma la battaglia vera e propria deve ancora partire e indovinate cosa sposterà davvero l'ago della bilancia? Ovviamente lui, Leo Messi. Chi convincerà il 10 argentino a rinnovare il contratto avrà vittoria certa e non è escluso che potrebbero anche riuscirci entrambi. Ma convincere Messi a rinnovare un contratto in scadenza vorrà dire consegnarsi alla sua volontà. Vorrà dire dargli garanzia del fatto che continuerà ad essere centrale nelle strategie di campo e di mercato. Il Re Sole del Barcellona. Con un ruolo centrale anche dopo che avrà smesso. Il finale di questa vicenda è praticamente scontato, anche se oggi la versione che passa alla storia è molto diversa.

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