L’attaccante per la Juve (e forza Chiesa), il futuro (milanese?) di Bremer, il “colpevole” su Insigne, la firma di Brozovic (manca ancora un po’…), le parole di Mou. E sui 5000 allo stadio…

Eccoci qui con il campionato martoriato. Dal covid, s’intende. Molti sono incazzati, dicono “non è regolare”. Come le nostre vite, del resto. Pure quelle non sono troppo regolari ma in un modo o nell’altro tocca andare avanti. E poi, oh, bastava essere un filo più lungimiranti e capire “dove si stava andando” per mettere pezze meno soffocanti, ma a suo tempo nessuno ha detto “meglio portarsi avanti”, guarda un po’.
Tocca abbozzare e turarsi il naso, altrimenti alla fine del campionato non ci arriviamo e speriamo che questa cosa - francamente assurda - degli impianti con 5000 spettatori finisca il prima possibile. Una decisione - va detto - che è solo ed esclusivamente politica, perché se dipendesse realmente dal terrore dei contagi… col cavolo domani sera vedremmo 40mila tifosi a San Siro.

Ma veniamo ad alcune piccole quisquilie settimanali, “giusto per”.

Una su Bremer, pallino di Milan e Inter per la prossima stagione. Ecco, se da mesi diciamo che Vlahovic è fortissimo (lo è) e diciamo che Vlahovic è un prospetto di campione (vero) e diciamo che Vlahovic in rapporto all'età fa impressione (verissimo), allora dobbiamo dire lo stesso pure per il difensore del Toro che, ieri, lo ha messo nel taschino: eccellente.

Una su Shevchenko, tecnico del Genoa. Persino mia zia avrebbe capito che a questo Genoa non serviva una scommessa, ma un tecnico “da battaglia”. Ballardini, per dire. E invece hanno mollato il tecnico “da battaglia” e si sono lanciati sulla scommessa. Con un gruppo squadra francamente limitato. Una follia.

Una su Insigne, prossimo attaccante del Toronto. Gli applausi del pubblico del “Maradona” all’uscita dal campo del loro capitano, è una grande dimostrazione di maturità. L’addio di un giocatore così importante, 99 volte su 100, porta con sé fastidiosi effetti collaterali: si dà la colpa alla società o al tesserato. In questo caso, banalmente, tutti hanno preso una direzione assolutamente giustificabile. Insigne va a guadagnare uno sproposito, il club non se la sentiva di andare oltre certe cifre. E il pubblico… ha capito. Bravi bravi. Del resto ci sono ancora sei mesi con tanti obiettivi da raggiungere, polemizzare ora non avrebbe alcun senso.

Una su Chiesa, che si è fatto male e ben lo sappiamo. Pessima notizia per la Juve, ovvio, per la Nazionale, ovvio, per tutti quelli che hanno un po’ di buonsenso. E buona fortuna al campione d’Europa azzurro. L’infortunio costringe la Juve a cercare un’alternativa, che sia efficace ma anche non troppo costosa. Mica facile. il nome? Ad oggi uno dei profili più caldi è Sardar Azmoun, attaccante iraniano di 27 anni in scadenza a giugno con lo Zenit. Prezzo? Pochi milioni, ma sono pur sempre milioni. La sensazione? È solo un sondaggio…

Una sul mercato dell’Inter. Se ne sentono di tutti i colori, ma la verità è che a gennaio, al limite, l’Inter prenderà un’alternativa a Kolarov (magari in attesa di Kostic) e un’alternativa a Sensi se dovesse sistemarsi altrove. La cosa più importante è sempre la stessa: inizia per Ma e finisce per Rcellobrozovic. Parliamo del suo rinnovo da mesi e siamo anche un filo stucchevoli, ma mentre a dicembre le distanze tra domanda e offerta erano ancora notevoli, ora sembra tutto un po’ più semplice. Morale, ci vuole ancora qualche giorno, ma la firma sul nuovo ingaggio da 6.5 milioni è in arrivo (fine della 38288485 puntata).

Una su Mou, a malincuore. Se perdi 3-4 e dici una cosa tipo “i meriti fino al 3-1 sono miei, il resto è colpa dei giocatori” significa che stai combattendo contro tutti. Ecco, combattere contro tutti significa non fare il bene della propria squadra. Un vero peccato.

E ancora forza, forza, forza Chiesa.