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Juve-Inter, uno spot per poveri. Roma e Napoli, siamo alle solite. Crotone, con Nicola hai perso un patrimonio tecnico ed umano

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Quando aspetti una settimana intera un big match, lo carichi con titoloni e speciali e poi vedi (o meglio non vedi) una partita priva di emozioni, capisci che questo campionato è aperto ad ogni pronostico. L'Inter è la vera anti-Juve? Difficile pensarlo se ci ricordiamo da dove arriva la formazione di Spalletti che sta facendo un miracolo ad essere lassù e forse non ha neanche la convinzione di restarci. In estate è ripartito da zero e - grazie alla sua esperienza - ha riportato i nerazzurri ai vertici, pur senza un mercato milionario e stratosferico. L'Inter può durare, però, per tanti motivi. Il primo? Ha tifoseria e società abituate a stare ai vertici del calcio italiano. Il secondo? A gennaio può rinforzarsi ma deve farlo. In estate con i saldi ha ottenuto il massimo, ora tirare la corda non serve. Due acquisti per lanciare la sfida alla Juventus che resta la più forte (forse), ma sicuramente resta la più abituata a vincere. Spalletti ha cambiato volto ma soprattutto mentalità alla squadra. Dal magazziniere della Pinetina fino a Perisic che la scorsa estate aveva già un biglietto in tasca per Manchester e mille chiamate sul telefonino di Josè. A Torino non è stata una bella partita. Hanno deciso di non farsi del male, Inter e Juventus, e hanno fatto del male al calcio italiano. Poteva essere uno spot per la serie A. Cortesemente rigiriamolo ché è venuto male. La Juve non è la stessa degli ultimi anni ma grazie a questa mediocrità generale riesce ad essere ancora la candidata principale al titolo. Vedremo come andrà in futuro. Prendete, ad esempio, Roma e Napoli. La Roma in Champions ha fatto un figurone. Chi se lo aspettava. Prima davanti a Chelsea e Atletico Madrid. Tanta roba. In campionato, per forza, lasci qualcosa per strada. Roma e Napoli hanno sempre lo stesso problema. In campionato avranno sempre il braccino. Purtroppo. Lo dice la storia. In Italia gli scudetti finiscono a Milano o Torino. Un motivo ci sarà. Roma e Napoli soffrono la pressione delle proprie piazze e quando vedono il traguardo, non è questo il caso, perdono punti pesanti. Entrambe hanno lasciato 2 punti a Verona, in casa del Chievo. Il Napoli di Sarri brilla ed è inutile che parliamo del gioco del Napoli. Voto 10. Il problema è la società.

De Laurentiis avrebbe dovuto completare la rosa. Non l'ha fatto e se vuoi vincere in Italia e competere in Europa la panchina lunga è fondamentale. Sarri non la vuole? Problemi suoi. La società faccia la società e l'allenatore alleni i calciatori che ha a disposizione. Quando poi a dicembre si volta verso la panchina e trova un vero esterno e non Maggio oppure trova un attaccante a sostituire l'esausto Mertens, Sarri dirà solo grazie alla società. Il risparmio non è mai guadagno. Il Napoli quest'anno doveva e deve puntare al tricolore. Occasioni così nella vita capitano poche volte. Ma quando finisce la benzina e in autostrada non trovi un autogrill inizi ad andare nel panico. E' quello che sta succedendo agli azzurri. Discorso diverso per la Roma che, invece, non ha alcun obbligo di vincere lo scudetto. Anzi basta e avanza chiudere tra le prime 4 in Italia.
Triste la storia di Crotone e di Nicola. L'impresa dello scorso anno resta nella storia ma non doveva finire così. E non doveva finire proprio. Lo scorso anno, quando le cose sembravano compromesse, il Crotone ha avuto il grande merito di aver sempre supportato il suo allenatore. E Nicola ha ripagato alla grande la fiducia di tifosi e società. Arrivò una salvezza miracolosa, con ringraziamenti al suicidio dell'Empoli. Quest'anno il Crotone è in pienissima lotta. Più di Benevento, Spal e Verona. Eppure sembra che il Crotone adesso doveva essere al posto della Sampdoria. Purtroppo le imprese sportive fanno perdere il senso della realtà, soprattutto a dirigenti e Presidenti. I Vrenna hanno perso un ottimo allenatore e un grande uomo. Nicola doveva andare via da Crotone. Ci ha provato, in estate, quando lo contattò il Sassuolo che scelse poi Bucchi. Con i Vrenna qualcosa si era rotto già in estate, mentre il Mister si faceva tutta l'Italia in bici per una promessa fatta e mantenuta. Crotone doveva tenersi stretto il suo guerriero più fidato. L'ha fatto andar via con troppa semplicità e, adesso, per Zenga non sarà facile fare un'altra impresa come quella dello scorso anno. La piazza non ha una storia in serie A e la squadra non ha valori rassicuranti. Quando il giocattolo si rompe è rischioso per tutti. Nicola era il feudo, lo scudo.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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