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Juve: il solito delirio su Allegri. Milan: Bonucci, Milan e altre esagerazioni. Inter: la grande bellezza di chi trasforma il "culo" in "scudetto". Napoli: occhio a Sarri...

di Fabrizio Biasin
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© foto di Alessio Alaimo

C’è una marea di gente che va a vedere il pagliaccio nel tombino, persino mio padre.

“Mercoledì vado a vedere il pagliaccio nel tombino”.

“Perché papà?”.

“Perché sono in pensione, il mercoledì fanno i biglietti a due euro e soprattutto perché non c’ho una fava da fare”.

Mi è parsa un’ottima motivazione.

Questa storia del pagliaccio nel tombino è poco credibile, o almeno non lo è ai giorni nostri. Il bambino del film è molto spaventato, un bambino dei giorni nostri, invece, se incontrasse il pagliaccio nel tombino gli direbbe “torna al tuo Paese invece di invadere i nostri tombini”. E poi gli tirerebbe una gomitata tipo Bonucci a Rosi.

Bonucci in questo momento ha il morale nel tombino, come il pagliaccio. In più non c’è uno che gli dica “poverino, è in un momento no”. Sarà che guadagna un sacco di soldi e la gente gode abbastanza (“c’hai la crisi? Cazzi tuoi, risolvitela con i milioni”), sarà che la gente è abituata ai pagliacci nei tombini, ma non ai difensori della Nazionale nel baratro. Persino il motivatore di Bonucci c’è andato leggero (“quando è stato capitano alla Juventus non ha avuto delle grandi prestazioni”). Pare che Bonucci gli abbia risposto: “Dove hai preso la laurea da motivatore? A Topolinia?”. E infatti lo ha sbugiardato su twitter (“mi dissocio”). Pare che il motivatore si sia demotivato.

Non è un momento facile per alcuni giocatori della serie A. Prendete quelli del Benevento. Una volta i giocatori professionisti conquistavano le belle ragazze perché nei locali dicevano “io giuoco in serie A”. E molte crollavano come pere cotte. Pare che a Benevento oggi funzioni la tecnica opposta.

Lui: “Ciao, posso offrirti un gin fizz?”.

Lei: “Ci stai provando? Non sarai mica un giocatore del Benevento”.

Lui: “Scherzi? Io gioco solo a paddle”.

E lei a quel punto accetta il gin fizz, ma fatto con il gin marca “Mare”, che costa di più (vuole vedere se hai i soldi anche se non giochi nel Benevento).

Pare che il noto pagliaccio sia finito nel tombino proprio per una questione di gin fizz molto cari e debiti accumulati. Conta una dozzina di presenze nel Benevento, tra l’altro, e quindi per il momento preferisce restare nel tombino.

Ma torniamo a Bonucci. Anzi, al Milan. Il problema è la fascia da capitano? Montella? Il preparatore atletico che era un problema ma poi non hai sostituito? Il direttore sportivo che parla troppo? Tutte le precedenti? E chi lo sa. Quello che sappiamo è che tutte le difficoltà attuali dei rossoneri sono manna dal cielo per quelli che “io l’avevo detto che era una squadra costruita col culo! Io l’avevo detto che faceva tutto schifo!”. Quelli del “io l’avevo detto” proliferano in tutti i campi della vita e sono i più subdoli. Dicono 100 cose, le mettono in archivio e poi, al momento opportuno, tirano fuori quella più comoda per dire “io l’avevo detto!”. In definitiva sono facili profeti, ma “informatori assai poco informanti”. Scusate la polemica sterile, ma se esistessero tombini non solo per pagliacci ma anche per opportunisti dell’opinione, avremmo fogne affollatissime.

Prendete Spalletti. Dice: “Se vinco mi dite che sono candidato allo scudetto, se pareggio mi chiedete se credo al quarto posto”. E molti si incazzano: “Come si permette!”. Spalletti generalizza e non dovrebbe, ma non ha mica tutti i torti. Guardate cosa è successo nel pre e post Napoli-Inter. Prima: “Che culo smodato l’Inter! Prima o poi i nodi verranno al pettine!”. Dopo: “Questa Inter non si può più nascondere, è una candidata per lo scudetto!”. Le stesse persone. Davvero. Fanno il giro sull’ottovolante e sono pronte ad eseguire altre mirabolanti acrobazie a seconda di come andrà stasera. L’Inter vince? “Spalletti esci lo scudetto!”. Pareggia? “Il culo chiaramente prima o poi doveva finire”. Perde? “Crisi Inter”. Icardi ne fa tre nel derby? “Fenomeno del mondo intero!”. Si sbatte ma non segna contro il Napoli? “Buon giocatore, ma in certe partite forse sarebbe il caso di tenerlo fuori”. Nel 2017, tranne in rarissimi casi, le cose vanno così (io ovviamente faccio parte di quelli che cambiano opinione come banderuole, sia chiaro).

La massima espressione di tutta la faccenda è ben rappresentata da Udinese-Juve 2-6, ma prima di parlare di Udinese-Juve 2-6 volevo raccontarvi una cosa che mi ha abbastanza impressionato e si intitola “Coccole al Grande Fratello”. L’altra sera son tornato a casa dopo aver visto il film col pagliaccio nel tombino e ho acceso sul canale che dà il Grande Fratello 24h perché ci tengo molto che Bossari stia bene e mangi sano.
Sullo schermo sono apparsi due ragazzi di bella presenza. Uno poggiava la testa sulla pancia dell'altro e sorridevano tra loro. Non avevano interessi amorosi, ma si facevano le coccole. Dopodiché sono andati in bagno, si sono messi le creme per la notte e uno dei due si è fatto schiattare i punti neri sul petto da una sua compagna di reclusione. Tutti i presenti si chiamavano l’uno con l’altro “amore”, “tesoro” eccetera eccetera. Ho spento e mi è venuto in mente di quando al liceo, una volta, divisi ingenuamente a metà la mia focaccia con un compagno di classe e tale Marozzi da dietro mi urlò: “Ricchione! Io ora ti ammazzo!”. Nessuno lo dice mai, ma il nostro Paese quanto a “libertà di fare il cazzo che ci pare” ha fatto grandi passi avanti. Meno male.

Ma torniamo a Udinese-Juve 2-6. Dopo il vantaggio dell’Udinese sui social sono fioccati i messaggi: “Allegri maledetto incapace! Pezzo di fango! Vai nel tombino con il pagliaccio!”. Dodici minuti dopo la Juve vinceva e poi è finita come è finita. Codesta vittoria, apparentemente semplice, dice almeno un paio di cose: 1) Allegri non sarà mai il re del bel giuoco, ma è certamente il n° 1 quanto a “messaggi da far recepire ai giocatori”. A Udine hanno giocato tutti con la bava alla bocca (Dybala a parte). 2) Ci vorrebbero più pagliacci per “bambini che dicono cazzate riguardo ad Allegri”. Forse, eviterebbero di parlare a sproposito.

Chiudiamo in fretta che si fa tardi:

1) La storia di Anna Frank con la maglia della Roma è di una piccineria tale che non merita pubblicità, ma solo tanta compassione.
2) Roberto De Zerbi si è preso un patatone bollente, ma essendo il nostro prediletto confidiamo nel “miracolo-salvezza” a Benevento.
3) Se il vostro pagliaccio preferito è quello del tombino siete troppo giovani e non conoscete il Pagliaccio Baraldi.
4) Quelli che rompono i maroni a Sarri perché non fa turnover gli romperebbero le balle se lo facesse. Il dato di fatto è che fa punti. Se poi il suo presidente gli permettesse anche di andare in conferenza stampa non sarebbe affatto male: mille volte meglio il “facce di cazzo” del silenzio senza senso.

Vi lasciamo infine alla consueta rubrica (nel senso che siamo già al terzo appuntamento con): “Cose importanti presenti nelle home page dei più importanti siti sportivi italiani.

A) Michelly esagera su Instagram, Petagna la riprende: "Copriti!"
B) Cercano di catturare un coccodrillo, dalla pozza esce... Godzilla
C) Belen balla con Castrogiovanni e le si strappa il vestito.
D) Gloria grida “Forza Milan!”.

Decidiamo quindi di approfondire la prima notizia

“Michelly Sander da impazzire su Instagram. La nuova fiamma di Andrea Petagna ha pubblicato una foto sul noto social network in cui indossa una camicia bianca senza reggiseno sotto che lascia intravedere tutto. Non poteva mancare la reazione del “geloso” attaccante dell’Atalanta, che nei commenti, dopo diverse faccine, ha scritto un eloquente: “Copriti”.

Fine.

Con il vostro permesso torniamo nella fogna.

(Twitter @FBiasin @ilsensodelgol Mail: ilsensodelgol@gmail.com).

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