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Juve Campione nel deserto d'Italia. Spalletti, cosa combini? Derby milanese per Mulattieri. Follia a Perugia. Seconde squadre? Sì ma senza promozioni

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Ha vinto la Juventus. Qual è la novità? In Italia c'è il deserto e dobbiamo solo ringraziare il Napoli se, a Torino, hanno festeggiato a maggio e non a marzo. Ormai è diventato un problema di mese. Sinceramente una roba triste. La storia dice che, in Italia, lo scudetto va alla Juventus o a Milano. Senza Milano non c'è partita. Dispiace per Napoli e Roma che ci mettono anima e cuore, ma la statistica non va ignorata. L'ennesimo tricolore bianconero rende tutto monotono. Prendete i napoletani dopo la vittoria allo Stadium. Hanno regalato immagini da cinema e giorni di discussioni su giornali e televisioni. La Juventus è bella, concreta e cinica. Non in ordine di sequenza. Ma vince e ha sempre ragione. Ci ha stufato questa Juve perché è troppo più forte in serie A. Speravamo nei cinesi di Milano ma, da buoni cinesi, sono solo l'imitazione dell'Italia che vince. Napoli, Roma e Lazio partono sempre da cento metri indietro. Il colosso bianconero è costruito per vincere. Macina milioni di euro e ha una base solidissima che si può distruggere con processi o trappole. Se non ci inventiamo un altro tsunami qui facciamo la fine di sempre. La Juve che vince e gli altri che guardano. Allegri ha vinto con merito ma, almeno, gli diciamo grazie per aver perso qualche partita e per aver fatto sognare tutti gli antijuventini che questa volta potesse sfuggirgli di mano il titolo. Il vero problema è che la Juventus ha un obiettivo: la Champions. Ogni anno prova a rinforzarsi sempre di più e se non vince la Coppa, comunque, rende vano il campionato per tutte le altre. Speravamo in Milano. Di questo passo, però, rimpiangeremo Moratti e Berlusconi. Ovviamente non quelli dell'ultimo periodo che erano diventati la brutta copia dei Presidenti vincenti che hanno portato, per anni, in alto il nome della Milano calcistica. Complimenti alla Juve. Tra un anno saremo qui a scrivere le stesse cose.
Prendete il suicidio dell'Inter. Certo, a Roma, domenica con la Lazio può vincere e tutti porteranno in trionfo Spalletti ma questa stagione è stata ampiamente sotto la sufficienza. Ci aspettavamo molto ma molto di più. La fotografia dell'annata è stata scattata sabato a San Siro. Perdere con il Sassuolo in infradito, quando hai da conquistare l'obiettivo stagionale è da incoscienti. Significa che, in settimana, non hai saputo preparare la partita e avevi già la testa alla Lazio. Errore fatale. Spalletti non può perdere, alla penultima, in casa con il Sassuolo. Non può. Una Inter così non merita la qualificazione in Champions. Troppe occasioni sprecate e punti buttati. La Lazio meriterebbe di più per quanto dimostrato nel corso di tutta la stagione. A Milano c'è da fare una bella pulizia ma la prima cosa che dovrà cambiare è la mentalità. Il Milan, in Europa League da sesto, in caso di vittoria con la Fiorentina è l'obiettivo minimo stagionale. Come l'eventuale qualificazione in Champions dell'Inter. Le milanesi si sono ridotte agli ultimi 90 minuti per raggiungere l'obiettivo minimo di quest'anno. E' la conferma che la stagione è da cancellare per entrambe e l'unica soluzione è sistemare l'organico in estate. Non basteranno 2-3 tasselli. Servono interventi mirati e ragionati. Non serve più acquistare per buttare fumo negli occhi ai tifosi.
Nel frattempo c'è un derby milanese di mercato. Quanti di voi conoscono Samuele Mulattieri? 3,2,1... tempo scaduto. Mulattieri è un talento tutto italiano. Talento puro. Classe 2000, gioca nello Spezia in serie B. Poche presenze. 3. Un solo gol.

L'affare, se di affare si può parlare, si fa adesso. La cifra è già alta. Si parla di 2-3 milioni di euro. Forse più. Probabilmente è il 2000 più forte che abbiamo in Italia. Se prendiamo come parametro Orsolini che, alla Juventus, è costato 6 milioni di euro, allora, qui possiamo avvicinarci anche a 5. Le relazioni di Inter e Milan sono ottime. Prima o poi si infilerà, nella corsa, anche la Juventus. Mulattieri ha tutto. Corsa e prestanza fisica. Fiuto del gol e senso della posizione. Chi lo prende fa un affare. Oggi nessuno lo conosce. Un anno o due e i giornali avranno molto da scrivere.
In serie B mancano 90 minuti ai verdetti finali. Molte società hanno commesso errori clamorosi e oggi ne pagano le conseguenze. Un caso, però, merita la nostra attenzione. A Perugia hanno perso la testa o la dimensione della realtà? Gli umbri hanno esonerato Roberto Breda che li ha presi in pieno disastro e zona retrocessione. Li ha guidati in alto alla classifica, ha cambiato gioco e risultati e nonostante l'ottavo posto hanno deciso di mandarlo a casa. Non c'è una logica. Neanche una spiegazione. Senza Breda oggi il Perugia sarebbe, probabilmente, dove era quando è arrivato Breda. Ormai si esonera senza motivo. Chiudi la stagione, vinci o perdi i play off, saluti Breda e prendi Nesta, Costacurta, Maldini o Van Basten. Quello che vuoi. Cambiare, a 90 minuti dalla fine, non ha una spiegazione logica. Ci meravigliamo di Goretti che ci è sembrato sempre un Direttore intelligente ed equilibrato. In questo caso è mancato proprio l'equilibrio.
Riflessioni finali. Ad ottobre vi parlammo dell'introduzione delle seconde squadre in serie C. Vi spiegammo tutto in dettaglio. Poi ci fu una leggera retromarcia prima di accelerare. Si va avanti con la riforma. Ma è una mini riforma perché, alla fine, saranno 5-6 i club di A a partecipare in serie C con le seconde squadre. Per il campionato Primavera non cambierà nulla nella sostanza ma per la serie C bisogna fare le cose con criterio. Gravina si conferma Presidente innovatore che inventa, crea e prova a insaporire una minestra sempre più sciapita. Quando trovi un Presidente così pensi che, forse, davvero meritava di vincere le elezioni federali. Basti pensare al piano di sotto, in serie D, dove non cambia mai nulla, i play off sono inutili e la visibilità per i club è inferiore anche al calcio a 5 femminile. Gravina introduce le seconde squadre, porta fascino al suo campionato e circa 10 milioni in più che creano ricchezza per i club. Insomma fa il Presidente-Imprenditore. Le società che dovrebbero fare le seconde squadre sono Milan, Juve, Inter, Atalanta e forse la Fiorentina. L'Udinese che era grande fan delle squadre B non farà nulla? Forse no. Perché per partecipare al campionato di serie C, i club di serie A dovranno mettere 1 milione a fondo perduto e non avranno i contributi che hanno tutte le società di circa 500-600 mila euro. Mi sembra una cosa giusta. La serie C sarà a 60, se avanza qualche posto ci sarà il ripescaggio prima per quelle che retrocedono dalla C alla D ma che non hanno già usufruito negli anni scorsi del ripescaggio e, se avanza ancora qualcosa, si pescherà dalla serie D per quelle non promosse ma con società sane alle spalle. Torniamo alle squadre B. Il progetto ci può piacere. Due cose non vanno bene. No alle promozioni. Club di serie A non possono essere promossi in B, anche perché con i fatturati che si ritrovano potrebbero togliere ogni anno promozioni a club importanti, come successo quest'anno con i primi posti di Padova, Lecce e Livorno. In B non vogliamo Milan 2, Inter 2 e Juve 2 ma preferiamo piazze come Catania o Alessandria, per fare due esempi. Altro tema: dove giocheranno le squadre 2? Impossibile San Siro e Stadium ma Gravina dovrà imporre una logica per i campi perché, se i club di serie A pensano di far giocare le loro seconde squadre in campetti di Provincia come fanno oggi con la Primavera, allora, vanno abolite prima di essere iscritte. W le seconde squadre ma che abbiano dignità e un vero progetto tecnico. Un impianto serio e un valore per la crescita degli italiani. Ci fidiamo di Gravina, vero tutor del nostro sistema.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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