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Inter, la verità sul fondo Pif e la cessione. Trattative in corso, decide il governo cinese. La doppia proprietà col Newcastle. Si chiude entro il 2022. Juve, se parte Morata arriva Scamacca. Moro al Sassuolo

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Puntuali come gli orologi svizzeri di una volta, periodicamente tornano le voci sulla cessione dell’Inter, sull’interessamento del fondo arabo Pif e di altri soggetti economici. Voci che, ancora una volta, sono state direttamente o indirettamente smentite dalla società e dal presidente Zhang. La domanda è sempre la stessa: che succede?

E’ evidente che dietro notizie più o meno centrate e smentite più o meno di comodo, qualcosa si stia muovendo e sul futuro dell’Inter si stia lavorando da diversi mesi dietro le quinte per trovare una soluzione che accontenti tutti. Cosa, ovviamente, non facile e proprio per questo laboriosa e da tenere il più rigorosamente possibile segreta.

Tutto parte, e questo è certo, dalla crisi economico-finanziaria che ha travolto il gruppo cinese Suning, praticamente fallito, proprietario dell’Inter e dalla decisione del governo cinese di dismettere tutti gli asset calcistici esteri e di ridurre in generale investimenti sul calcio e dintorni.

Siccome, come sappiamo, l’economia cinese è gestita direttamente dallo Stato, quando partono certi ordini non sono discutibili.

E’ proprio con la decisione di ridurre a zero gli investimenti sul calcio, prima ancora della crisi di Suning, che sono cominciati i problemi di liquidità dell’Inter che come sappiamo hanno condizionato la scorsa stagione e il mercato estivo.

Il governo cinese, in buona sostanza, avrebbe dato ordine di vendere l’Inter e prima o poi la cessione ci sarà nonostante gli Zhang abbiano a cuore la società, si siano appassionati e stiano perorando soluzioni diverse che consentirebbero un compromesso e in sostanza la loro permanenza almeno parziale nel club. Per ora hanno ricevuto solo no.

Ma vendere non significa svendere o chiudere e buttare a mare tutto. L’Inter è pur sempre un brand che vale circa un miliardo di euro e quindi l’obiettivo primario è quello di cercare una soluzione che consenta agli Zhang, ma in sostanza al governo cinese, di chiudere l’operazione senza rimetterci visto che ad oggi hanno investito circa 700 milioni, e se possibile portare a casa qualche avanzo di cassa.

La vicenda sarebbe stata affidata a una delle più importanti, se non la più importante, banca d’affari del mondo, ovvero la Goldman Sacks. Sono loro che da mesi starebbero cercando di costruire dei marchingegni finanziari che consentano la gestione e sono sempre loro che starebbero lavorando per trovare la soluzione più vantaggiosa e seria per la cessione.

Proprio attraverso Goldman Sacks sarebbe arrivato il finanziamento da 275 milioni firmato la scorsa primavera con il fondo Oaktree, finanziamento che deve essere restituito con gli interessi entro tre anni.

Quando i manager dell’Inter e in particolare Marotta, ma anche lo stesso Stevan Zhang fanno sapere che la situazione economica è migliorata e i conti oggi sono sostenibili è vero, ma perché sono stati bravi loro a tagliare e a vendere bene e perché è arrivato questo finanziamento che va restituito.

Insomma, l’ottimismo gestionale non sposta l’obiettivo che è quello di vendere e la cessione dovrebbe avvenire entro il 2022.

Da qui arrivano le ultime indiscrezioni dell’International Business Times, una delle più autorevoli testate economiche mondiali, che raccontano appunto come Goldman Sacks starebbe sempre lavorando alacremente sottotraccia e come fra le soluzioni ci sarebbe sempre quella di una possibile cessione al fondo Pif, il fondo sovrano dei reali dell’Arabia Saudita.

Secondo le indiscrezioni le trattative in corso a Nanchino sarebbero a un punto avanzato, potrebbero addirittura chiudersi entro pochi mesi. E, soprattutto, non sarebbe un ostacolo insormontabile il fatto che nel frattempo Pif abbia già investito sul Newcastle nella Premier League.

Come è noto, per la Uefa sarebbero incompatibili due società con lo stesso proprietario nelle stesse coppe, e per aggirare questa disposizione e non irritare l’Uefa si starebbe studiando la possibilità di far uscire i soldi dalla solita cassa (Pif), ma attribuendo la proprietà a una situazione giuridicamente diversa. L’Arabia Saudita avrebbe in testa di creare un network calcistico e di introdursi pesantemente nel calcio per una questione di immagine, di rapporti internazionali e di economia, con l’obiettivo finale di organizzare in Arabia il campionato del mondo in una delle prossime edizioni possibili.

Insomma, l’Arabia Saudita non vorrebbe essere seconda agli Emirati Arabi che hanno avuto dal calcio una bella cassa di risonanza.

Qualcuno si chiederà come mai soggetti economicamente così forti e potenti abbiano bisogno di tanto tempo per chiudere un’operazione apparentemente semplice. Perché ci sono rapporti e diplomazie da consultare, perché bisogna fare certe mosse con l’accordo e il consenso di tutti, nel momento economico e politico più favorevole. Gli ultimi ostacoli, fra i quali l’ok dell’Uefa, non sarebbero ancora stati rimossi, ci sono altre strade da battere e soluzioni da trovare per arrivare a chiudere.

Il fondo sovrano Pif avrebbe comunque già avanzato una proposta da un miliardo di dollari secco secco, circa 900 milioni di euro, e su questo ci sarebbe un sostanziale consenso.

Qualche remora l’avrebbe ancora il governo cinese che, infatti, non avrebbe ancora autorizzato l’ultimo atto della cessione a Pif.

E’ vero che i rapporti economici fra i due paesi sono ottimi, ma trattare di calcio e con il calcio non è sempre politicamente corretto e in questo momento delicato, la Cina preferisce riflettere ancora fino a quando, come detto, l’operazione non avrà la strada sgombra e in discesa.

Proprio per queste ragioni, la prudenza starebbe consigliando Goldman Sacks di tenere aperti anche altri tavoli e in particolare ci sarebbero offerte da fondi e soggetti americani.

La proposta analizzata, quella più concreta e vicina agli standard richiesti, sarebbe del magnate Daniel Straus che opera nel settore della sanità privata. Parallelamente sempre Goldman, se la cessione dovesse tardare ancora, si starebbe attivando per far ottenere un altro finanziamento all’Inter da un altro soggetto economico.

Come si vede non è una storia qualsiasi. Questo non vuol dire auspicare l’addio degli Zhang che hanno fatto benissimo, o tifare per gli arabi che hanno tanti soldi, o robe del genere. Questa non è una semplice vicenda calcistica, l’Inter, ripetiamolo, appartiene a una società che direttamente o indirettamente è riconducibile a uno stato potentissimo, la Cina, con tutto quello che ne consegue in termini economici e di rapporti internazionali da valutare.

In attesa di avere più certezze, l’Inter, parlando di calcio, forse anche per questi motivi, ma soprattutto perché ha una rosa ampia ed equilibrata, a gennaio non dovrebbe fare nulla. Al massimo il prestito di Nandez da ridiscutere a giugno col Cagliari, se Vecino dovesse chiedere di andare a giocare.

Si parla molto, invece, della Juventus che i problemi li deve risolvere in attacco, ma non solo. Ieri dalla Spagna è rimbalzata insistente la notizia secondo la quale il Barcellona avrebbe chiesto Morata all’Atletico di Madrid come parte dei soldi che il Barca deve avere dalla cessione di Griezmann. L’Atletico sta valutando la proposta, non c’è ancora una risposta ufficiale.

L’attaccante è in prestito alla Juve fino a giugno e per andare al Barcellona oltre a quello dell’Atletico, ci deve essere (ovvio) l’ok bianconero. Il giocatore avrebbe già detto sì al Barca e, secondo indiscrezioni, anche la Juve non si opporrebbe visto che comunque ha già deciso di non riscattarlo a giugno. Il problema è trovare il sostituto perché come direbbe Catalano meglio i pochi gol di Morata dei gol di nessuno. E’ anche per questo che ha preso fuoco nelle ultime ore la pista che porta a Scamacca bianconero sul quale però c‘è anche l’Inter oltre alla Fiorentina che lo aveva chiesto mesi fa.

Il Sassuolo ha un feeling da sempre con la Juve, ultima cessione a rate Locatelli, e anche se dopo aver venduto Boga all’Atalanta privarsi di Scamacca potrebbe essere un problema, la soluzione si sta cercando. Intanto il Sassuolo sta chiudendo per Luca Moro, 20 anni, del Padova il prestito al Catania, che in diciassette partite ha segnato diciotto gol. Si farà a circa tre milioni più bonus, ma trasferimento solo a giugno visto che Moro in questa stagione è già stato tesserato per il Padova e il Catania.

Che fare allora per sostituire Scamacca?

La Juventus starebbe pensando di proporre il prestito di Kaio Jorge, talento brasiliano, che ha altre caratteristiche tecniche, ma potrebbe essere un attaccante utile per il gioco degli emiliani. L’idea è sul tavolo, ma la vicenda centravanti per la Juve sarà il tormentone del mercato che inizia lunedì prossimo.

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Giovedì 25 Aprile 2024
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