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Inter, i conti del mercato e Conte... non tornano! Napoli, serve James "Bond". Parma, quanti ritardi e troppi interessi. Foggia e Palermo, Sibilia sfrutti l'occasione. Mediapro unica soluzione

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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La sensazione è che l'entusiasmo portato dall'arrivo di Antonio Conte, all'Inter, stia leggermente svanendo per colpa di questi ritardi sul mercato. Due settimane di ritardo vengono concesse a tutti, ma - se si fa tutto il ritiro senza attaccanti e la preparazione ne risente - i dubbi iniziano a venire. Primo: si sta creando un alibi a Conte. Mai fornire alibi, da parte della società, a staff e calciatori. Oggi come oggi al Mister non si potrebbe dire nulla se la squadra non dovesse ingranare subito. Fatelo voi un ritiro intero e mille amichevoli estive, contro le big europee, con Puscas, Esposito (forte ma piccolino) e Longo. Marotta, a Conte, aveva promesso altro e l'Inter è in colpevole ritardo. Su Dzeko, su Cavani, su Lukaku e se alla fine il belga del Manchester United dovesse realmente andare alla Juventus, lo schiaffo sarebbe sulla doppia guancia. Lukaku serviva più all'Inter che alla Juventus e non capiremo mai se Paratici voleva proprio lui oppure se si è lasciato andare alla tentazione di fare uno sgambetto all'amico Antonio e all'ex capo Beppe. Sta di fatto che, dopo l'amichevole di ieri a Londra con il Tottenham che abbiamo seguito su Sportitalia, non c'è più tempo. Deve esserci, invece, tempo per recuperare gli infortunati. Godin si aggiunge alla lista e qualche dubbio sulla preparazione inizia a sorgere spontaneo.
Il Napoli sogna i big, i napoletani vogliono fare il grande salto, ma dopo aver iniziato molto bene con Manolas, De Laurentiis e Giuntoli si sono persi in autostrada. Due sono le cose: o esci al prossimo casello oppure vai avanti sperando di ritrovare la strada giusta. Si è perso Pepè, che senza l'accento sarebbe un'offesa a chi avrebbe dovuto prenderlo e non l'ha preso. Si aspettava James, Rodriguez ma adesso si cerca Bond. Il mercato degli azzurri sembra da eterni incompiuti, con i tifosi che criticano De Laurentiis perché non ha voglia di diventare grande ma allo stesso tempo non accettano le critiche dall'esterno; che sono le stesse mosse dai tifosi più accaniti. Il Napoli deve restare nel giro delle prime 4 e questo sarà, per il prossimo futuro, il vero obiettivo del Napoli. Bisogna solo essere chiari. Per lo scudetto gli azzurri non ci saranno, forse, neanche a questo giro. Stesso discorso vale per l'Inter che deve darsi una mossa e può cambiare le sorti della stagione solo velocizzando due-tre operazioni importanti. Del Milan, in chiave scudetto, neanche parlarne anche se - senza riflettori accesi - Milan e Roma potrebbero avere dei vantaggi non da poco.
Mercato deludente, fin qui, del Parma. Tanta confusione, troppi calciatori e troppi nomi a casaccio. Il Parma non deve fare l'errore dell'era Leonardi. 100 calciatori ingaggiati, spese assurde e incentivi al maxi esodo. La politica di Faggiano, finora, non ha pagato, ma soprattutto la proprietà dovrebbe chiedersi perché un club di A come il Parma deve fare tanti acquisti da serie D e serie C di calciatori che non arriveranno mai in serie A? Semplice. Se Rubino va a Trapani, se devi aiutare il Casarano, devi spingere il Rezzato che poi neanche si iscrive in serie D dopo aver speso milioni di euro forse il controllo della D e della C serve più ad altre operazioni che alla crescita del Parma. Sarà un bel test, questa stagione, anche per D'Aversa che resta in sella ma deve stare attento perché lo scorso anno ha chiuso molto male e alcune carte di credito sono già state smarrite nel portafogli della fiducia ducale.
La serie D quest'anno dovrà sfruttare l'ennesima ondata di passione che sta arrivando tra i dilettanti. Cosimo Sibilia punta alla successione di Gravina, il quale sta facendo un ottimo lavoro in Figc, piazzando due colpi di spessore dalla Lega di serie A: Brunelli e Santoro.

Sibilia punta alla Presidenza federale ma prima dovrà far svoltare la LND. Lo scorso anno Bari, Modena, Avellino e Cesena avrebbero dovuto lasciare un'eredità. Nulla. Quest'anno si deve "sfruttare" il patrimonio di Palermo e Foggia. Il campionato ha bisogno di regole nuove e visibilità, altrimenti, resta un campionato ricco ma morto. Ricco e anche tanto. La Lega da Foggia e Palermo ha incassato soldi veri. Vanno reinvestiti nella crescita del movimento. Prima mossa buona: il cambio dei palloni. Adesso le belle idee dell'Avvocato Barbiero dovranno tramutarsi in fatti. Prima cosa: diamo un senso ai play off. Altrimenti, per molti, il campionato sarà finito già a marzo. Più controlli sui tesserati per evitare che siano coinvolti in scommesse, seppur con poche cifre. Un tetto alle rose e riduzione del numero degli under (non è possibile da quest'anno ma almeno dal prossimo Sibilia intervenga).
In chiusura una riflessione sui giorni caldi in Lega per la decisione sul prossimo bando tv. Tra due anni cambierà il mondo ma questa volta la Lega Calcio si è mossa con 24 mesi d'anticipo per evitare beffe come successo all'ultimo bando. Gli spagnoli di Mediapro si sono fatti nuovamente avanti e hanno dimostrato serietà e credibilità. E' stata una occasione persa di crescita già nel triennio 2018-2021. Adesso non si può sbagliare nulla nel 2021-2024. La serie A non può perdere, come successo nello scorso campionato, abbonati e share: -30% di ascolti. La serie A trascina tutto il sistema e quanto accaduto lo scorso anno è stato un danno per tutti. Ha vinto la pirateria, i furbetti del quartierino che prima erano una milionata, oggi sono più degli abbonati regolari. E la colpa non è solo della legalità e del nostro Paese infetto. MediaPro porta soldi e novità. Il canale della Lega Calcio, mai come ora, ha bisogno di iniziare a crescere. Partire adesso per concretizzare tra due anni, fare un piano di sviluppo e soprattutto le varie prove tecniche. Il chiaro è ancora il motore del nostro Paese. Bisognerà trovare una soluzione per far confluire nella tv di Lega il chiaro, ott e pay tv. Siamo in buone mani: quelle di Luigi De Siervo e di Matteo Mammì. Importante ora è fare, produrre e non parlare.

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Domenica 19 Maggio 2024
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