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Il Milan lavora su Cristiano Ronaldo, nessuna fantasia. Impossibile per molti motivi, ma l'uomo franchigia non c'è. La Juventus si sta ammalando di indecisionismo, l'Inter qualcosa dovrà fare. Il perché dei prezzi gonfiati

di Andrea Losapio
Nato a Bergamo il 23-06-1984, giornalista per TuttoMercatoWeb dal 2008 e caporedattore dal 2009, ha diretto TuttoMondiali e TuttoEuropei. Ha collaborato con Odeon TV, SportItalia e Radio Sportiva. Dal 2012 lavora per il Corriere della Sera
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Nella NBA esiste l'uomo franchigia. Quello che per i Cleveland Cavaliers è Lebron, per i Clippers era Chris Paul, Chicago con Dwayne Wayne e via dicendo. Quel campione che cambia la squadra, che sposta gli equilibri e per cui la società muove il proprio tetto salariale per affidare le chiavi della squadra. Insomma, il giocatore che vende le magliette e che in campo sia il leader, sia del gioco che sotto il punto di vista caratteriale. Questa cosa manca ancora al Milan: è vero che è arrivato Leonardo Bonucci, 40 milioni - probabilmente ben spesi - e 30 anni, può rappresentare l'anima prossima ventura del Diavolo. Ma non è quello per cui i cinesi spenderanno mai i propri risparmi per comprarne la maglietta in serie: dal punto di vista tecnico è una grande operazione, da quello di merchandising è da vedere.

Insomma, dopo i Belotti e i Kalinic, con in mezzo ad Aubameyang e Morata, il Milan sta cercando di capire se ci sono i margini per Cristiano Ronaldo. Pare che gli incontri con Mendes, al di là delle notizie che fanno filtrare i vertici del Milan (alcuni movimenti poi si sono realizzati, come André Silva, per dire, e si realizzeranno, come Renato Sanches) hanno sempre chiesto la situazione del portoghese. L'antefatto è ovviamente l'accusa di evasione fiscale da 14,7 milioni di euro verso il fisco spagnolo, con il lusitano che dovrà comparire in aula il prossimo 31 luglio per testimoniare. Lì per lì Cristiano Ronaldo aveva pensato di tornare al Manchester United, che poi per bocca di José Mourinho ha spiegato che non è acquistabile.

E in effetti il problema si pone per tanti motivi. In primis quello economico: ipotizzando un'offerta alla Mbappé, da 140-150 milioni, toccherà poi capire l'esborso per l'ingaggio. Attualmente Cristiano Ronaldo guadagna circa 18 milioni di euro annui. Il Milan dovrebbe (almeno) dargliene 20, netti, 40 lordi. Per un quadriennale e per un trentaduenne, significa andare a spendere 350 milioni di euro. L'impatto mediatico di una mossa del genere, soprattutto in Cina - ma in generale in tutto il Sudest asiatico - genererebbe un'onda lunga che premierebbe il Milan: quante magliette devono essere vendute per coprire il tutto? La risposta è molto semplice, assumendo che circa 35 euro entrerebbero nelle casse rossonere, come margine: sono 10 milioni di maglie in un mercato sterminato tra Europa, Cina ma anche America. Cristiano Ronaldo, come Messi - più di Neymar - è il campione globale. Sposta più di tutti e, di fatto, sarebbe solamente un giocatore normale in NBA. Ma il campionato italiano tornerebbe ad avere quel sapore di Superlega che ha perso.

Le conferme sono piovute, sin dalle prime ore del giorno, da più parti. Perché il Milan vorrebbe provare ora ad acquistare CR7? Parecchi fattori giocano a favore dei rossoneri e delle tempistiche: prima di tutto l'anno prossimo c'è il Mondiale, partendo dall'assunto che Cristiano Ronaldo vincerà questo Pallone d'Oro, nel 2018 molto dipenderà dal Mondiale. Non tanto dal club. Poi c'è una questione che ora non si pone, ma diventerà d'attualità: Ceferin vuole tassare l'acquisto dei grandi campioni, così tutti pensano tutti al super acquisto. Se Cristiano Ronaldo costasse 150 milioni più 150 di contributo solidarietà, beh, sarebbe praticamente inacquistabile. Così la situazione è un po' differente. Poi, dopo 9 anni di Real Madrid, vivere a Milano potrebbe avere un bel fascino per il lusitano, che ha vinto in Inghilterra e in Spagna. Si vedrà, l'operazione è praticamente impossibile ma qualcosina si sta muovendo. E la posizione di Ceferin sul salary cap e sulle varie tasse alle big, di fatto, fa gonfiare i prezzi in maniera esagerata.

Capitolo Juventus: i bianconeri devono sostituire Bonucci, forse prendere un altro esterno di difesa, oltre a un grande centrocampista. Preso Bernardeschi, davanti ci sarebbe il pienone, ma molto dipenderà da due giocatori: Cuadrado, tolto dal mercato dopo l'addio a Schick, ma soprattutto Dybala. Il domino parte da Neymar e arriva, appunto, a Cristiano Ronaldo. Il problema non è però questo, perché la Juve, come sempre le accade, a centrocampo si blocca. C'è un casting in mediana pressoché continuo e che dura da due anni: cioè da quando Draxler doveva diventare un nuovo calciatore bianconero ma che poi saltò per vari motivi. Da lì in poi braccino e indecisonismo, con gli approdi di Hernanes e altri, passando anche per i gregari, perché Lemina, Rincon e Sturaro sono costati come un centrocampista di livello mondiale.

L'Inter prima o poi acquisterà qualcuno, il mirino era puntato su Nainggolan - che intanto ha rinnovato in serata con la Roma - ma niente da fare, Vidal è incedibile e Di Maria ha costi davvero enormi. Certo, rispetto all'anno scorso c'è un allenatore di grande esperienza, abituato alle pressioni della piazza e, ultimo ma non in ordine di importanza, sin dal primo allenamento. L'Inter pensa di avere una grande squadra già ora, però per ora non ha ancora inserito un titolare fisso. A meno che Skriniar non prenda il posto di Murillo, ma non sembra un grande miglioramento. Almeno per ora. La Lazio ha un grande pregio, Lotito, e un enorme difetto, Lotito stesso: non torneranno mai i tempi di Cragnotti, ma alle volte essere comprensivi può portare a grandi risultati. E la Fiorentina? I viola hanno smantellato la squadra, perdendo, dei titolari, Tatarusanu, Gonzalo Rodriguez, Borja Valero, probabilmente Vecino, forse Badelj, Ilicic, Bernardeschi e con un Kalinic che appare separato in casa. E c'è pure chi esulta per una cessione, chissà perché.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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