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Il mercato non chiuderà mai: e inizia ora! 

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Si avvicina il finale di stagione e fino all’ultima puntata sarà tutto sul filo. Sia in Italia che in Premier. Sia per l’altro che per il basso. Poi i playoff di C e B, la finale di conference per la Roma e naturalmente la Champions.
Ma nonostante tutto questo il mercato già si sta prendendo la sua scena.

Intanto le date, ufficiali. Si parte dal 1 luglio (come sempre) e si finirà l’ 1 settembre. Come sempre anche questo, ma stavolta l’ipotesi che potesse finire prima era stata presa in considerazione. Invece, nonostante poi ci si lamenti sempre che il mercato è troppo lungo e che non si può giocare con il mercato aperto: invece si giocheranno addirittura 4 partite con il mercato ancora aperto. In cui potrà sicuramente succedere di tutto. Poi si giocheranno 11 partite senza mercato. E poi si aprirà quello di gennaio… quindi praticamente sempre mercato (con il Mondiale in mezzo!).

Un lungo mercato ininterrotto, da oggi fino al 2 febbraio, più o meno. Non saremo certo noi a dire che non ci piace, per cui iniziamo.
Ma vorrei iniziare però con una riflessione: bello il mercato aperto, di fatto. Magari un anticipo di futuro. Ma la riflessione è proprio sul ruolo del mercato. Spesso viene vista come una soluzione, anzi la soluzione. Invece spesso è solo un’opportunità, alle volte neanche colta nel miglior modo. Per spiegarmi meglio porto un esempio. Lo Spezia salvo e la Salernitana che battendo l’Udinese nell’ultima partita di campionato si salverebbe in maniera incredibile, quasi miracolosa. In Liguria il mercato non è stato possibile utilizzarlo, come sapete, per il blocco subito. E Thiago Motta non è stato cambiato perché, in maniera anche fortunosa se volete nello specifico (ma per grandi meriti in tutto il campionato) è riuscito sempre a cavarsela quando sembrava ormai sulla porta. A Salerno invece a gennaio (con l’arrivo della nuova proprietà) c’è stata una vera e propria rivoluzione. Prima 13 nuovi arrivi (più di una squadra) e poi l’allenatore (Nicola) hanno completamente cambiato la squadra e raggiunto un obiettivo che certamente a gennaio nessuno avrebbe pronosticato, forse il solo Nicola. Ecco: anche se lo Spezia non ha fatto una scelta ha comunque brillantemente fatto di necessità virtù. E l’obiettivo è stato raggiunto. Il mercato è un’opportunità, non un’obbligo. Sicuramente serve, ma non è l’unica soluzione. E forse, in tempi di ristrettezze economiche, questa considerazione può essere presa in considerazione più spesso.

Ora è il momento delle grandi idee. Juve che sta provando a muoversi con i parametri zero. E attenzione: dire che sta facendo a meno dei giovani è un errore. Ma come insegna il Milan (delle squadre in testa la più giovane in assoluto) per farli crescere questi giovani bisogna che ci sia anche qualche senatore importante. Il progetto dell’U23 (unico in Italia) sta cominciando a dare frutti importanti. Nella prossima stagione ci saranno giocatori pronti per la prima squadra (magari non necessariamente titolari: non è facile in assoluto esserlo nella Juve) a cui Allegri vorrebbe affiancare dei campioni. Ecco perché il tentativo per Pogba (non è certamente semplice), ecco perché la trattativa per Di Maria (che prosegue), ecco perché l’interessamento per Perisic. E siccome portare avanti un progetto del genere comporta fare delle scelte, ecco anche perché Dybala senza rinnovo. Pagato a carissimo prezzo emotivo visti i fischi di domenica sera e le lacrime di Dybala. Ma di scelta economica e tecnica si è trattato. Economica perché i soldi di Dybala sono stati messi (a gennaio) per Vlahovic e (a giugno) per uno dei nuovi arrivi. Tecnica perché magari Dybala avrebbe anche accettato di rimanere a meno, ma nessuno ha offerto più nulla.
Per ora la Joya non ha firmato con nessuno. C’è l’Inter sullo sfondo, lui punta alla Spagna. Ma nessuno gli ha fatto girare la testa. Per cui aspetta. Come l’Inter aspetta di parlare nuovamente con Perisic che sembra l’immagine speculare di Dybala. Potrebbe fare il percorso inverso (ma anche in questo caso nessuna offerta concreta da parte della Juventus) ha ancora un appuntamento con i dirigenti nerazzurri e invece di piangere, nella sera della vittoria, ha sparato una bella bordata. Al Milan invece - dopo Donnarumma - tutto sembra essere meno grave. Intanto perché la concentrazione sulla partita di domenica è massima, e poi perché comunque si sono fatti una ragione che Kessié e Romagnoli (per motivi opposti) non rimarranno in rossonero la prossima stagione. Troppo importante questa per potersi distrarre e in più la società ha dimostrato di essere molto determinata e solida. E non abbiamo dubbi sul fatto che il rinnovo dei dirigenti sia una formalità, visto lo straordinario (e ribadiamo straordinario) lavoro fatto in questi anni. Anche sulla vicenda Donnarumma.

Maggio è il mese dei parametri zero (dopo il Covid i tempi si sono certamente allungati) e sapremo anche dove andrà a giocare Mbappé e degli allenatori. Ma prima di parlare di allenatori bisogna far finire il campionato e sopratutto capire i movimenti dei dirigenti. Cambio in vista a Bergamo (come sapevamo) dove D’Amico prenderà il posto di Sartori, che a sua volta potrebbe andare a Bologna. A Verona per il momento in pole c’è Marroccu (Brescia) che però è impegnato con i playoff quindi attenzione alle sorprese (Accardi dell’Empoli o Petrachi). Di allenatori, dopo la grande abbuffata della scorsa estate, difficile che se ne cambino molti. Questo non significa che non se ne cambi nessuno. Anzi: orecchie ben aperte, Non tutte le liti di aprile portano a una separazione, ma saper evidenziare le crepe aiuta…

Assisteremo comunque a un mercato pieno di nomi e di attaccanti (Mbappé, Haaland, Lewandowski, Icardi, Lukaku tanto per dirne alcuni…) pieno di speranze, di necessità. Un po’ più ricco dello scorso anno, un po’ più caotico. Sicuramente lungo, con delle incognite che dovranno essere prese in considerazione (si gioca mentre si compra) e la consapevolezza che dopo un mese e mezzo lo puoi anche rifare.

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Mercoledì 24 Aprile 2024
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