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Dybala è il problema di Allegri. Divorzio a fine stagione anche con lo scudetto. Le condizioni per restare. Ma la Juve deve cambiare mentalità. Nel mirino Mancini: frenata per la Nazionale. L’Arsenal ha offerto 8 milioni a Sarri

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Nessuno saprà mai cos’è successo esattamente nello spogliatoio della Juventus nell’intervallo e dopo la finale di Cardiff, oppure cosa c’è stato nel dopo gara con il Napoli. Di sicuro qualcosa è successo.

Non credo al gossip più becero di questi giorni, non seguo quei siti che le sparano grosse, privilegio con orgoglio la linea che ha decretato il successo straordinario di Tuttomercatoweb: serietà e documentazione delle notizie. Tutte.

Però, e torno al però, la situazione nello spogliatoio della Juve non è tranquilla. E non da oggi. Già dopo Cardiff Allegri pensò di andar via. Bonucci se n’è andato. Già dopo Cardiff il problema fu Dybala e la sua prestazione che non era piaciuta a Bonucci e ad altri senatori. Dybala, ma non solo Dybala. Alex Sandro non è felice. Marchisio è di sicuro un altro dei Grandi Scontenti. Anche Buffon non vive benissimo questo addio mai annunciato. Ha la sensazione che la Juve lo voglia far smettere, se lui decidesse di continuare (e ci ha pensato) nessuno farebbe salti di gioia. Ma non solo questo.

Chi conosce bene gli spogliatoi, sa che ebollizioni, malumori, dissapori e roba del genere, finiscono tutti sepolti sotto il tappeto delle vittorie. Quando però la situazione diventa complicata come quella della Juve di questi giorni, è normale che le tensioni vengano a galla. Non mi meraviglio se qualcuno se l’è presa con Benatia, nelle due gare decisive si è perso prima Vazquez e poi Koulibaly. Cose di calcio, casi di calcio. A questo aggiungiamo che dopo sette anni e mille battaglie, forse davvero siamo alla fine di un ciclo.

In mezzo a tutto e a tutti c’è Allegri che forse s’è pentito di non essere andato via dopo Cardiff.

C’è Allegri che sta facendo l’impossibile per tenere la barra dritta, ricompattare la squadra sugli obiettivi, provare a portare a casa il suo quarto scudetto e la sua quarta coppa Italia consecutivi, ma ha perso certezze. E forse anche parte dello spogliatoio.

Prima della sconfitta con il Napoli, come direbbe qualcuno in tempi non sospetti, mi risulta che Allegri per rimanere e onorare il contratto fino al 2020 abbia chiesto ai dirigenti bianconeri un profondo rinnovamento della rosa e soprattutto la cessione di Dybala. Di sicuro qualcuno proverà a smentire, ma Allegri si è confidato manifestando la sua insoddisfazione per il rendimento dell’argentino, sia con ex calciatori che con suoi amici. Meglio di chiunque altro Allegri sa che il gruppo è logoro, ci sono troppi giocatori con più di trent’anni e addosso mille battaglie.

Comunque resterebbe alla Juve anche se avverte lo scetticismo di troppa tifoseria, ma solo con un progetto di rilancio, un cambiamento sostanziale e, appunto, senza Dybala che ha perso l’umiltà, la voglia di rimboccarsi le maniche, di crescere e di lavorare secondo i criteri dell’allenatore livornese.

Difficile che le richieste di Allegri possano essere accolte, per cambiare una rosa così importante servono investimenti, non basterebbe la cessione di Dybala che oggi, fra l’altro, ha una quotazione calante. Più probabile, dunque, il divorzio a fine stagione. Sia l’allenatore che la società si stanno guardando attorno. Ma se non trova la panchina giusta Allegri starebbe pensando anche a un anno sabbatico alla Guardiola.

La Juve, invece, starebbe ripensando anche a Mancini che nell’estate del 2014, dopo le dimissioni di Conte, sfiorò la panchina bianconera salvo poi perdere la concorrenza con Allegri. Questo virare su Mancini avrebbe portato a una frenata nella trattativa che sembrava chiusa tra il Mancio e la Nazionale che allora ci ha riprovato con Ancelotti. Ancelotti che nel frattempo non ha più certezze per la panchina dell’Arsenal. Perché? Gli inglesi hanno sempre privilegiato i giovani, il gioco, lo spettacolo. Per questo hanno acceso i riflettori su Sarri. L’Arsenal sarebbe disposto a pagare al Napoli la clausola da otto milioni e al tecnico sarebbe già stato proposto un contratto triennale da otto milioni l’anno. Proprio per questa trattativa, da qualche settimana nello staff di Sarri è entrato anche il procuratore Ramadani al quale è stata data la procura per l’estero. Sarri non ha deciso, sia chiaro. Come ha detto a De Laurentiis ha detto anche all’Arsenal: riparliamone dopo il 20 maggio. Se dovesse vincere lo scudetto è assai probabile che Sarri decida di lasciare Napoli per accettare l’Arsenal e una nuova avventura. Fra l’altro, per chi non lo sapesse, Sarri parla inglese. Se invece non dovesse vincere, anche restare a Napoli e rilanciare potrebbe essere una soluzione gradita. Un mese e sapremo.

Tornando alla Juve, Mancini è un’opzione, ma i tifosi lo vedono troppo interista. Zidane è il sogno. Guadagna moltissimo, ma c’è da aspettare la fine della Champions. Se dopo aver fallito Lega e coppa del Re, il Real non dovesse vincere neppure la Champions, c’è da aspettarsi la reazione di Florentino Perez. Un anno senza tituli a Madrid è inconcepibile. E la Juve potrebbe essere l’immediata ripartenza.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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