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Conte, è un giallo. Non è più lui. Crede davvero in questa Inter? Manca un vice- Lukaku e non accusa nessuno. La retromarcia di Pirlo che s’aggrappa al più classico dei 4-4-2. Il caso Dybala

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Chi vi è piaciuta di più l’Inter a Madrid o la Juve a Budapest?

Se lasciamo da parte la vecchia legge non scritta “vincere è l’unica cosa che conta”, se vogliamo parlare di calcio in senso stretto, vi scandalizzo e confesso che a me è piaciuta di più l’Inter anche se ha perso. Perché? Per il livello dell’avversario, ovvio, il Real non sarà il Real di qualche tempo fa, ma tanto per dirne una ha appena vinto il Clasico. Inoltre i principi di gioco e la capacità di essere squadra dei nerazzurri mi sembrano superiori. L’avversario della Juve era imbarazzante, il portiere a tratti comico e nonostante l’antico 4-4-2 rispolverato da Pirlo, il centrocampo bianconero proprio non funziona. Ma ne parlerò dopo, parto dalla situazione dell’Inter che comincio a considerare quasi un mistero. O un giallo, fate voi. L’ho già fatto notare tempo fa, ma visto che i miei sospetti si infittiscono, ci torno sopra. Ma cosa è successo ad Antonio Conte? Dove è finito quell’allenatore sanguigno, pieno di eccessi, che fino all’ultimo giorno della scorsa stagione aveva polemizzato con tutto e tutti, anche e soprattutto con la sua società, l’Inter appunto?

Non so se in estate Conte abbia fatto un corso intensivo di bon ton o se dentro le bottigliette d’acqua della panchina ci sia camomilla, ma Conte non è più lo stesso. E questa Inter poco contiana. Ho detto che i nerazzurri mi sono piaciuti più della Juve, ma non ho detto che mi piacciono in assoluto e altrettanto in assoluto mi sarei aspettato di più in questo inizio stagione. E’ vero che Conte è passato dal 3-5-2 al 3-4-1-2, ma l’aggressione alta per il recupero palla, il far ripartire l’azione dalla difesa, la squadra con molti elementi nella metà avversaria erano già bagaglio dell’anno scorso. E’ vero che con il trequartista classico (Eriksen) o mobile (Barella o Vidal), alcuni movimenti sono necessariamente cambiati, ma non mi spiego i troppi gol subiti, le amnesie, la mancanza di quella aggressività ossessiva, tipicamente contiana. Questa Inter ha perso intensità, come l’ha persa il suo allenatore. Lui continua a dire di essere soddisfatto, vede la squadra crescere, parla di un calcio moderno, ma ci crede davvero? Per i due gol presi dal Real, in altre occasioni Conte avrebbe preso a calci la panchina. Per non parlare del terzo incassato all’ultimo minuto. Ma lì ha sbagliato anche lui togliendo dal campo Barella sul 2 a 2, giocatore tipicamente contiano che non andrebbe mai tolto. E quest’anno non è il primo evidente errore di un tecnico che ho sempre visto sbagliare poco. Non ci resta che aspettare quell’Inter descritta da Conte che io fatico a vedere. Ma forse è un problema mio che sicuramente capisco di calcio meno di Conte. Ma non sarà invece (aspetto smentite) che in quella famosa riunione del “volemose bene” interista, Conte si aspettava di essere cacciato e invece non l’hanno fatto, lui non si è dimesso per non rimetterci una venticinquina di milioni e il matrimonio va avanti per inerzia, senza passione? Un’altra cosa buffa e misteriosa è sotto gli occhi di tutti: il caso Lukaku. E’ evidente che nella rosa ci sia una falla, non c’è un altro giocatore con quelle caratteristiche e Conte non ha mai detto pio. Perché? Potrei pensare tante risposte, ma aspetto gli eventi e prima o poi capiremo chi o cosa ha fatto cambiare Conte. E se però questa è la strada giusta domenica con l’Atalanta sarà un bel test. L’Inter ha sempre faticato (a volte pesantemente) contro la squadra di Gasperini, se ci sarà un’inversione di tendenza anche sotto l’aspetto del gioco, ma anche dell’intensità e della tenuta difensiva, allora comincerò a dar ragione a Conte. Per ora mi tengo tutti i dubbi.

E adesso vengo alla Juve. Vogliamo dirlo? La Dinamo Kiev e il Ferencvaros non sono squadre da Champions, il livello tecnico-tattico è troppo basso per esaltare la vittoria dei bianconeri. Ho visto l’elegia di Dybala che ha fatto due gol che tutti quanti noi avremmo segnato. Comunque, Pirlo ha già messo in un cassetto i suoi sogni di calcio totale e di calcio-champagne, la Juve dell’altra sera nonostante l’avversario modesto, era una Juve allegriana, non certamente guardioliana o sarriana (quella vera). Dopo i dubbi e i pareggi, ecco apparire un bel 4-4-2 di antica memoria con Chiesa fascia sinistra e Ramsey esterno destro che diventa trequartista all’occorrenza, utilizzato come faceva Sacchi con Donadoni. La Juve ha acquistato compattezza, ovvio, il 4-4-2 è il modulo che copre meglio gli spazi, ma ha faticato a prendere in mano il gioco, il centrocampo non ha fatto muovere la squadra, la difesa non ha avuto protezione e le azioni sono frutto di individualità e individualismi. E’ lunga la strada anche perché Arthur e McKennie per ora dimostrano i limiti che temevamo, Rabiot è Rabiot, manca un leader. Spero però che Pirlo non si arrenda così in fretta e continui a lavorare su principi diversi, battere lo Spezia perché c’è Ronaldo o roba del genere, fa parte di un calcio che alla Juve non volevano più. E togliere Morata per mettere Dybala sono tutti bravi, da Pirlo mi aspetto il tentativo di far giocare assieme Ronaldo, Dybala e Morata altrimenti che genio di allenatore sarebbe? Non domenica però, la Lazio è più squadra nonostante i guai del Covid, ha personalità e compattezza, oltre alla qualità, che potrebbero creare problemi alla giovane Juve ancora in costruzione. Se Pirlo passa indenne l’esame Inzaghi può cominciare a lavorare più sereno.

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Sabato 27 Aprile 2024
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