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Caso Donnarumma e Voluntary Agreement bocciato, una brutta settimana al Milan. L'Inter piange sulla prima sconfitta, Spalletti deve tenere la barca. Giacomelli horror, ma certi pianti... Complimenti a Massimo Oddo che ha già fatto nove punti

di Andrea Losapio
Nato a Bergamo il 23-06-1984, giornalista per TuttoMercatoWeb dal 2008 e caporedattore dal 2009, ha diretto TuttoMondiali e TuttoEuropei. Ha collaborato con Odeon TV, SportItalia e Radio Sportiva. Dal 2012 lavora per il Corriere della Sera
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© foto di Lorenzo Di Benedetto

Una settimana da Dio. Quella di Marco Fassone è stato a mercato ancora chiuso, perché l'amministratore delegato del Milan aveva già gettato le basi per il Milan del 2017-18, trovando accordi con praticamente tutti i giocatori poi acquistati in estate. Il mercato iniziava a luglio, ma già a inizio giugno aveva già trovato la quadratura del cerchio. E anche il rinnovo di Vincenzo Montella, dopo aver paventato - e fatto filtrare a reti unificate - che il tecnico non sarebbe stato confermato. Incidente diplomatico sui giornali a parte, sembrava l'inizio di una nuova era. Basta parametri zero, è finita l'improvvisazione, tutto sarà trasparente. Mi pare di ricordare anche un hashtag lanciato nella circostanza, ma potrei sbagliarmi. È stata trasparente anche l'UEFA che, una settimana prima, ha avvisato come il Milan non avrebbe goduto del voluntary agreement, sebbene poi Fassone si fosse meravigliato della scelta del massimo organismo continentale: non c'è chiarezza sul proprietario e su quante risorse è in grado di promettere e immettere nel Milan. Vorremmo saperlo anche noi, molto incuriositi dalla inchiesta del New York Times. Personalmente mi bastava quella della Gazzetta a firma Marco Iaria, qualche tempo fa: suonare al campanello e non ottenere risposta non è proprio un bel biglietto da visita, giacché ricorda tanto una vicenda svoltasi in Slovenia, più precisamente a Nova Gorica, con gli uffici di un ex presidente del Parma. Sicuramente è un errore pensare così, perché altrimenti Fassone e Mirabelli non si sarebbero giocati la carriera così (anche se il calcio perdona un po' tutti, a parte gli impresentabili alla Ventura - in realtà forse pure lui).

Va detto che la UEFA non sanzionerà subito il Milan in maniera pesante, ma lo farà per gradi. Ci sarà il settlement agreement dove il Milan pagherà qualche milione di multa - tramite premi UEFA non elargiti, quindi non dovrà scucirli di tasca propria - delle stagioni di coppa con la rosa limitata e l'impegno di ridurre le spese e non aumentare gli stipendi per un biennio. Se poi il Milan dovesse sforare questo accordo - come successo con il Galatasaray - allora sarà esclusa dalle coppe, ma con ogni probabilità sarà dopo il 30 giugno del 2020: un discorso a lunghissimo raggio. Più o meno come quello relativo a Donnarumma. Perché il Milan non ha nessuna intenzione di cedere il portiere a gennaio? Perché i suoi soldi, eventualmente, non sarebbero risparmiati sul prossimo bilancio e non conterebbero in caso di settlement agreement: in parole povere Donnarumma è un asset da spostare, eventualmente, al prossimo bilancio che sarà decisivo. Da qui possono derivare tre domande:

- Il Milan fallirà? Solo, come nel caso di Parma e altri, non dovessero venire pagati gli stipendi, ci fosse un buco esagerato e nessuno intenzionato a ripianarlo.

- Il Milan passerà momenti brutti? Anche qui dipende dalla liquidità di chi ha comprato i rossoneri.

- Il Milan cambierà e diventerà di proprietà del fondo Elliott? Questo è già più probabile, ma se un istituto di credito dovesse decidere di rifinanziare il debito - operazione fatta da poco dell'Inter - allora la risposta è no. Ammesso e non concesso che pure a Elliott piacerebbe avere il Milan per una cifra comunque inferiore al suo valore in potenziale.

Ritornando a Donnarumma, sapete perché Raiola ha deciso di agire così? Per vari motivi, ma il principale è lo stesso per cui a fine mercato di qualche anno fa, per spostare Kasami al derelitto Pescara, l'agente si arrabbiò con tutto l'AtaHotel Executive. Soldi e commissioni. Raiola può guadagnare moltissimo da Donnarumma, ma solo con bonus al momento della firma di un rinnovo contrattuale oppure in caso di trasferimento. Pogba insegna, per dirne uno, Raiola tenta di avere una percentuale sul cartellino del giocatore - anche se sarebbe illegale - e di farsi pagare dalle società: le percentuali sugli stipendi sono risibili, i procuratori guadagnano solamente sulle commissioni per chiudere l'affare. E devi avere la forza per chiudere operazioni, nel mare magnum degli agenti. Basti pensare a quanti giocatori vogliono farsi rappresentare dai propri famigliari.

Tornando al calcio giocato, l'Inter si è presa una bella lezione sui denti. Bisogna fare i complimenti a Massimo Oddo - che un anno fa attacco TuttoMercatoWeb per un'intervista, adesso sarebbe probabilmente più contento di farne una - e alla sua Udinese. Già nove punti, in barba alle facili ironie e a quel ruolino che recitava zero vittorie - una, ma a tavolino, con il Sassuolo - in A alla sua prima esperienza a Pescara. Delneri non è uno sprovveduto, ma evidentemente Oddo ha saputo toccare i tasti giusti e ha infuso fiducia a tutti i propri giocatori. Potenzialmente ha tutto per arrivare in una big in breve tempo. Spalletti c'è già e deve affrontare la tempesta: primo in classifica, zero sconfitte, superato l'ostacolo più grosso indenne - la Juventus - con l'occasione di passare un bel Natale rischia di essere virtualmente quarto al fischio finale. L'unica squadra che ha la continuità dovuta è proprio la Juve, le altre dovranno lavorare (e sperare in qualche passaggio a vuoto) per non far sì che imitino il Lione sette volte campione di Francia di fila. Comunque le grandi si vedono dopo una sconfitta: è la settimana chiave della stagione dell'Inter.

Chiusura sulla scorsa giornata di Serie A e su Giacomelli: il VAR è un grosso alibi per arbitri e guardalinee, che possono utilizzarlo anche a distanza di un paio di minuti. Il problema è che lì il direttore di gara, sul fallo di mano di Iago Falque, avrebbe dovuto fischiare subito e, eventualmente, consultare il VAR. Niente espulsione di Immobile e una settimana di pianti e lamentele che sarebbero finiti in soffitta. Invece il rosso - giusto, da regolamento - a Immobile è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I tifosi che chiedono gli Scudetti di oltre un anno fa, oppure di ritirare la squadra dal campionato, finanche fare causa ad arbitri e VAR, si commentano da soli. È più grave che lo faccia una società, perché lì si passa al "bel tacere che non fu mai scritto". Poi il calcio italiano tende a dare quello che è stato tolto, soprattutto dopo questo tipo di lamentele. Però anche lei, Giacomelli, sui social network stia più accorto, non è la prima volta che la trovano con le mani nella cioccolata.

Ultima postilla: fra pochi giorni inizia il mercato, tutte dicono di rimanere ferme, ufficialmente. Poi tutti faranno qualcosa, dall'Inter all'Atalanta, passando per la Juventus, ma anche il Milan. La sessione dovrebbe essere calma, ma il condizionale va utilizzato nella giusta maniera.

Ultimissima postilla: ci pensate che non andremo al Mondiale?

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