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Caro Silvio, mi consenta... Genoa, esonerato Preziosi. Ah, non si può. Allegri, cambia marcia. Così non va! Foggia, che pasticcio

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Berlusconi è stato il Milan. Berlusconi è stato il Re di Milano e, forse, alla tenera età di 80 anni potrebbe tornare ad esserlo. Di Milano? Ma che dico, d'Italia; affaracci dei colleghi che si occupano di politica. Della sua ultima intervista a Costanzo, ci interessa solo quel passaggio di pochi secondi fatto sul Milan. "Lo guardo da casa, ho la morte nel cuore perché mi manca. I cinesi mi avevano promesso che avrebbero investito 250 milioni di euro e l'hanno fatto ma hanno sbagliato acquisti". Le parole di Berlusconi sono anche giuste e ricordano un po' il marito che parla dell'ex moglie, che l'ha persa perché lei voleva altro e di più, ma lui non riusciva più a darle quello che lei voleva. La gentile Signora si sposa con un altro e l'ex marito dà lezioni al nuovo marito. In sintesi: Berlusconi fa bene a parlare così del Milan ma non deve dimenticare che in queste condizioni l'ha portato lui, dopo aver vinto tutto e di più. Il Milan ha speso 230 milioni di euro ma non sono stati tutti buttati dalla finestra e, sicuramente, Montella scelto dalla gestione Berlusconi non brilla per essere un fulmine di guerra. Analizzando le parole di Berlusconi potremmo fare delle riflessioni. Perché dopo siamo tutti bravi a parlare. Quali sono i clamorosi errori del nuovo Milan fatti in estate? Dico la mia: i due errori più gravi sono, in ordine, non aver preso una vera prima punta e aver tenuto Montella. Oggi sono errori che paghi a caro prezzo. Hai sbagliato Chala? Sì, ci può stare. Kessie? Lo voleva la Roma e l'anno prima sembrava uno dei giovani più promettenti in Italia. Conti, purtroppo, non lo abbiamo proprio visto, Kalinic non è idoneo, Andrè Silva deve ambientarsi nel campionato italiano, Rodriguez lo voleva mezza Germania e anche l'Inter, mentre discutere Bonucci è da fenomeni da baraccone perché tutti abbiamo parlato di Bonucci come il colpo dell'estate. Berlusconi dovrebbe rivedere le ultime campagne acquisti del suo Milan, prima di giudicare dopo due mesi il lavoro programmatico fatto da Mirabelli e Fassone.
Il Genoa esonera Juric, lo manda in pasto a stampa e tifosi perché la colpa è dell'allenatore ma, ancora una volta, nasconde la polvere sotto il tappeto. Una squadra che al tappeto c'è già da anni. E' una società clinicamente morta, ormai, da tempo. In Italia, però, la spina non la possiamo staccare e, prima di Genoa-Samp, si magnificavano le plusvalenze del Genoa negli ultimi anni; circa 500 milioni di euro. Bene, il campo non ti premia ma almeno hai una società solida. Neanche quello. La squadra non cresce e la società è morta. Ma dove sono finiti questi 500 milioni di plusvalenze? Dove sono finiti? Non lo sappiamo e non lo sapremo mai.

Nel frattempo, come ogni anno, il Genoa rischia la retrocessione e tra sei mesi leggeremo di un potenziale acquirente con il quale sta trattando Preziosi. Poi, però, ci lamentiamo di casi come Parma e Modena perché tutti sapevano leggere ma nessuno sapeva scrivere. A cosa servirà l'esonero di Juric? Fumo negli occhi. L'unico da esonerare sarebbe Preziosi.
A Torino stava scappando il risultato del secolo. Il Benevento, zero punti, che vince o pareggia con la Juve fuori casa. Siamo sinceri: quanti di voi sullo 0-1 hanno malignato sulla vittoria del Benevento data a 45? Che cattivi che siete. Il problema è un altro. Questa Juve ha grossi limiti e nessuno si è accorto che a Cardiff era finito un ciclo. C'era scritto a caratteri cubitali, invece hanno pensato che mandare via Bonucci fosse la soluzione a tutti i problemi. Allegri, dopo Conte, ha scritto pagine di storia importanti e si è preso una bella rivincita su chi gli tirava uova e pomodori. Ma bisogna essere bravi a capire quando è arrivata la fine. Le storie d'amore, tra ragazzini, quando finiscono la prima volta poi c'è sempre una seconda dove si torna insieme sperando che sia come la prima volta. Passano 2-3 mesi e la coppia scoppia definitivamente. La Juventus e Allegri faranno la stessa cosa, solo, 12 mesi dopo. Peccato, un anno perso. Attenzione, la colpa non è di nessuno. Quando un ciclo finisce non c'è un colpevole.
Scendendo di categoria, a Foggia hanno fatto un bel pasticcio. Sicuramente la squadra deve darsi una mossa, soprattutto nel fortino casalingo, ma perdere Di Bari a novembre è pura follia. Il Direttore era ed è l'unico che conosce società e calciatori, capace di tirare fuori qualcosa da questa squadra. Se poi il problema è il rapporto Stroppa-Di Bari questo non lo sappiamo. Contattato Pierpaolo Marino. Bene, ma la domanda per Marino e per il Foggia è semplice: cosa va a fare Marino a Foggia? Un Direttore del calibro di Marino non può andare a giocare in B per la salvezza. Meglio stare a casa, in attesa della chiamata giusta. Arriva Maiorino? Bene, fate pure, ma cambiare Di Bari con Maiorino è come chiedere ad un eterosessuale se preferisce Belen o Cesara Buonamici.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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