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Caro Rino, adesso gli schiaffi sono 3…

di Mauro Suma
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Rino Gattuso ha spesso ricordato, nelle ultime settimane, che le sconfitte di dicembre contro Verona e Atalanta, erano quelle del periodo in cui al Milan bastava prendere uno schiaffo per sparire sostanzialmente dal campo, senza reagire. Negli ultimi 8 giorni a ben guardare, ce ne sono stati 3 di schiaffi: uno psicologico, uno emotivo e uno tecnico. Da quale partiamo?

Le partite della scorsa domenica di campionato sono state rinviate tutte, non solo quella del Milan. Non vale come alibi e non deve essere vissuto come un alibi. Ma preparare tutto un derby e subire il contraccolpo di non giocarlo, è qualcosa che può deviare una traiettoria. Per una squadra paradossalmente abituata a giocare ogni 3 giorni, con ritmi veloci di ricarica mentale e di ripartenza psichica e atletica, ormai abituati ad avere conferme del proprio stato di forma ogni 3 giorni, ritrovarsi con una settimana senza partite può essere psicologicamente complicato. Soprattutto se quella partita è il derby, gara nella quale, a torto o a ragione, il Milan era convinto di godere della rendita di posizione del proprio buonissimo momento stagionale. Anche se quando si accendono le luci dei riflettori, nei grandi stadi, come stiamo per analizzare, nelle notti che contano, il momento delicato o il momento positivo non contano. Si parte da zero a zero e conta solo quel che si fa dal calcio d’inizio in poi. E’ il trionfo delle controprove. Che peraltro per definizione non esistono.

E veniamo a Davide. Lo schiaffo emotivo. Nella rosa del Milan ci sono giocatori che sono stati compagni di squadra nelle giovanili rossonere di Davide Astori. Ci sono giocatori, come del resto sa bene anche l’Inter, che sono stati suoi compagni di squadra fino alla scorsa primavera. E, a Milanello, ce ne sono altri che hanno condiviso con lo splendido atleta bergamasco e la sua famiglia, giorni di serenità in vacanza nella scorsa sosta invernale con le rispettive famiglie. Conta? Non conta? In realtà anche la Juventus era scossa in alcuni suoi uomini, eppure è andata a Wembley a qualificarsi, pur senza sfoderare nel suo complesso una partita memorabile. Rino Gattuso sa bene qual è il precedente: ottobre 2011, proprio lui e Abbiati, grandi amici di Marco Simoncelli, vengono a sapere sul pullman mentre stanno andando allo stadio per Lecce-Milan, dell’incidente del Sic. Risultato, tre gol del Lecce nel primo tempo…E quattro del Milan nel secondo, segno che è stato necessario del tempo per metabolizzare. Zero attenuanti e zero pretesti, però l’elemento morale esiste.

Quindi l’Arsenal. Non sappiamo se gli allenamenti molto intensi di questo inizio settimana, pensati e voluti da quel lavoratore instancabile che è Rino Gattuso, abbiano reso il Milan meno brillante atleticamente. Noi non abbiamo avuto questa sensazione, ma autorevoli osservatori sì. Non corrono, non sono brillanti, sembrano piantati, hanno caricato troppo, questi i pareri letti e sentiti. Non condividiamo, ma diamo atto di questi pensieri. Lo stesso Rino Gattuso, mai arroccato e sempre autocritico, non ha rispedito al mittente la tesi. Sia quel che sia, la nostra sensazione è stata quella di una superiorità tecnica, qualitativa, di personalità dell’Arsenal, e quindi di conseguente timidezza dei giocatori rossoneri che hanno sbagliato passaggi come non mai. O sul un fronte o sull’altro, lo schiaffo c’è stato. Anche qui. Ed è proprio questo il terreno su cui dovrà lavorare Rino Gattuso: la reazione, la ripartenza, lo stesso terreno sul quale lavorò in quei giorni di fine dicembre che hanno preceduto il vittorio derby di coppa Italia e i successivi 13 risultati utili consecutivi. La parola al campo.

Informazione di servizio per tutti gli innamorati del lunedì sera rossonero di Milan Channel, oggi Milan TV: occhio a Twitter, più o meno dalle 17.00 di oggi in poi…stay tuned.

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