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Caro Marotta, ecco perché non ha senso chiudere prima il mercato. E ridateci le comproprietà! Presidenza di A: Brunelli la scelta migliore...

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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© foto di Federico De Luca

Gli inglesi chiudono prima il mercato? Bene, allora facciamolo anche noi. Siamo il Paese del "copia e incolla". Senza senso e senza ragione. Non abbiamo una nostra idea e dobbiamo replicare, male, quelle degli altri. Il problema del nostro calciomercato non è, come dice Marotta, la lungaggine, bensì l'organizzazione e le regole. Tenere il mercato aperto quando il pallone è fermo è una normale conseguenza del libero mercato. A chi dà fastidio il mercato aperto da giugno ad agosto quando tutto è fermo? A nessuno. Forse qualche Direttore o allenatore si disturba perché inizia il campionato e il mercato è ancora aperto? Beh, quello è solo un vantaggio. Marotta, giustamente, ragiona da Direttore della Juventus; ma, se fosse stato alla Samp o al Varese come agli inizi della sua carriera, avrebbe avuto lo stesso pensiero? Spieghiamo il perché: per la Juve, Inter, Napoli o Milan, insomma per le big, chiudere prima avrebbe un senso. Avrebbe un senso anche allinearsi alle altre leghe europee. Ma siccome al campionato partecipano 20 squadre di A e 22 di B, oltre alle 56-57 di C, il mercato aperto fino al 31 agosto è una manna per gli allenatori. I test estivi non servono a nulla e non si ha la percezione di capire bene il valore della squadra. Le prime due giornate iniziano ad aiutare per essere sicuri delle scelte fatte. Siccome molte squadre cambiano sempre tanti calciatori, è giusto avere la possibilità di sistemare quello che non va, senza dover aspettare gennaio. La Premier chiude prima ma, per tradizione, inizia anche prima il campionato. La nostra serie A non può iniziare prima del 22-23 agosto e non avrebbe neanche senso. Vogliamo paragonarci all'Inghilterra? Sbagliato! Loro durante l'anno hanno mille coppe di Lega a cui tengono molto. Noi abbiamo la Coppetta Italia che interessa solo quando arriviamo alle semifinali e finali. I ragionamenti che stanno facendo per anticipare la chiusura del mercato sono senza logica. Così come era senza logica tutta la tiritera di Ventura di annullare le torunè cinesi, di iniziare prima il campionato perché tutto doveva ruotare attorno alla sfida del 2 settembre alla Spagna e dobbiamo fare tutto in vista di quella gara per poi fare le figuracce che abbiamo fatto solo perché lui non è in grado di schierare un modulo decente. Più che cambiare la data di chiusura del mercato, anche perché non cambierebbe nulla chiuderlo il 20 anziché il 31 agosto, in Italia dovremmo preoccuparci di capire come mai le società comprano sempre più stranieri e meno italiani. Qualcuno si è dato una risposta seria? C'è una regola che ammazza il mercato interno e spinge a fare le operazioni estere. Ve la faccio breve: se il Milan compra un giocatore dalla Juve (esempio Bonucci) il Milan deve coprire l'acquisto con regolare fidejussione bancaria. Così come se l'Atalanta acquista un giocatore del Chievo Verona. Il sistema diventa laborioso.

Se l'Atalanta, invece, acquista un senegalese dalla Premier non deve garantire alcuna fidejussione bancaria. Se foste voi una società di calcio cosa fareste? Si incentiva l'acquisto di giocatori stranieri e operazioni all'estero con capitali che non girano più in Italia ma portiamo soldi negli altri Paesi. La Federazione, per garantire i pagamenti, potrebbe sostituire le fidejussioni con i punti di penalizzazione e sicuramente i club si attrezzeranno per essere in regola. In Italia avevamo un giochino che funzionava ma poi, dalla sera alla mattina, hanno deciso di toglierlo. Le comproprietà! Qualcuno ne ha abusato e tutti hanno pagato. Sbagliato! Era una buona formula per far girare i calciatori e il danaro, ma soprattutto consentiva di fare operazioni intelligenti e alcune scommesse senza perdere il controllo del calciatore. Riportare le comproprietà sarebbe un'idea da non sottovalutare; certamente va imposto qualche paletto ma potrebbe aiutare a rendere più ricco il nostro mercato che, nell'ultima sessione, si è rilanciato molto.
In chiusura il gioco delle poltrone: stiamo trovando una soluzione. Tavecchio sta componendo il puzzle. Brunelli alla Presidenza di A con Fassone vice, Agnelli in Europa, Lotito in Federazione... mancherebbe la presidenza di serie B ma arriverà anche quella. Certamente l'idea di affidare la Presidenza a Marco Brunelli è la scelta più logica e intelligente. Brunelli, da una vita Direttore Generale del Palazzo, conosce delibere, fogli, bandi e personaggi. Persona pacata e grande lavoratore. Oggi la Lega ha bisogno di un Presidente che faccia e non di un politico che disfi. Brunelli porterà sicuramente ordine ma soprattutto concretezza. Poi, come sempre, la Lega sarà in mano ai Presidenti ma quando i Presidenti saranno in giro per l'Italia ci vuole un Presidente che coordini tutto. Per questo Brunelli è la figura migliore per presente e futuro. Con Santoro forma una coppia perfetta per rilanciare una Lega, per troppi anni, in mano a Presidenti che pensavano e pensano solo a dividersi la torta dei diritti tv. A proposito di diritti tv: dopo la pagliacciata dell'ultima asta urge tornare alle regole vecchie e a far fare soldi a chi è capace. Solo così la serie A potrà portare a casa ancora un miliardo dalle televisioni italiane e 200 milioni dai diritti all'estero. Di questo passo la Lega prenderebbe solo 600-700 milioni di euro e allora sì che la benzina nella macchina non basterebbe per arrivare all'autogrill. Via la politica dal Palazzo e dentro chi questo mestiere lo sa fare davvero.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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