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C'è un nuovo uomo forte in società al Milan: è Giorgio Furlani. Chi è il CEO rossonero: decisivo nel rinnovo di Rafael Leao, sempre più al centro delle strategie. Ora il prossimo passaggio: andranno ridefiniti i ruoli con Paolo Maldini

di Marco Conterio
Inviato di Tuttomercatoweb, è in RAI con le trasmissioni 90° Minuto, Calcio Totale e Notte Azzurra
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C'è una nuova figura al centro del Milan del futuro. Giorgio Furlani. La trattativa e la risoluzione dell'arcano relativo al rinnovo coi rossoneri di Rafael Leao ha definito sempre di più la centralità della figura del CEO nel presente e nel domani del club milanese. Una storia 'di cuore', la sua: tifoso milanista fino al midollo, quarantaquattro anni, laureato in Economia e finanza alla Bocconi per poi conseguire un master in Business administration ad Harvard, il percorso di carriera lo ha portato a essere l'uomo di riferimento per gli investimenti del fondo Elliott nel 2010. Come portfolio manager, si dedica al Milan sin dal 2017: è stato in prima linea nella transizione e nell'acquisizione del club da Silvio Berlusconi a Yonghong Li. Fu lui infatti a seguire l'iter del prestito e poi l'escussione del pegno al broker asiatico. Dal 2018, Furlani è entrato nel Cda rossonero e dopo l'addio di Ivan Gazidis, ha lasciato Elliott ed è diventato ufficialmente il CEO del club con la gestione di RedBird. Un uomo e un dirigente chiaramente legato per carriera e percorso alla famiglia Singer che adesso sta diventando sempre più centrale nelle scelte e nei destini del Milan.

Il modus operandi, l'idea di calcio, l'incontro con Rangnick
Furlani è un uomo di processi che, già prima di entrare attivamente nel mondo del calcio, spiegava che 'l'obiettivo è creare valore per gli investitori e incrementare quello delle società in cui siamo investiti', riferendosi chiaramente ad Elliott. Dialogo con tutte le parti in causa, studio, analisi dei gap e da qui gli spunti per trovare delle soluzioni condivise. Crede nel consenso diffuso ma sa anche quando è il momento di dover prendere delle decisioni e fa della 'sostenibilità' un suo marchio di fabbrica. In un evento organizzato dal Financial Times nel 2022, spiegò che il Milan sarebbe dovuto passare dall'essere 'un club di calcio a un media business'. E questo lo avrebbe fatto, e nelle sue idee lo farà, investendo "nel business fino all'ultimo euro". E quando dice questo, Furlani intende investimenti organici: stadio, tema toccato anche ieri in un'intervista a The Athletic, branding e poi parco giocatori. Ma un club non si può basare solo su quel che accade sul campo, nel pallone moderno (chiedere al Manchester United, dove nonostante le recenti crisi il brand resta fortissimo in Asia e nelle Americhe), ma su tutto ciò che lo circonda. A proposito di visione, modus operandi e idea di calcio: Furlani era con Gazidis il principale sostenitore di un cambiamento da Stefano Pioli a Ralf Rangnick, tanto che ci fu anche un incontro in Germania tra le parti. Poi non se ne fece nulla e la storia ha dato ragione al 'partito Pioli', ma il modello d'investimento, l'idea e la visione non cambiano.

Decisivo con Leao. Da ridefinire i ruoli con Maldini
Tanto che adesso, da CEO, Furlani è sempre più centrale. La trattativa per il rinnovo di Rafael Leao è stata impostata da Paolo Maldini e da Ricky Massara: una questione complicatissima da sciogliere, soprattutto per i tanti, troppi, attori in tavola. Ma una volta definiti i ruoli, è stato Furlani ha incontrare di persona Leao, la famiglia e l'entourage per trovare la quadra giusta, tenendo anche stretto il contatto con Lille e Sporting Lisbona per la definizione del pagamento della multa. Così lo scacchiere decisionale del futuro del Milan trova una nuova fortissima pedina. Questo certo nulla toglie al lavoro costante di Ricky Massara nelle operazioni di mercato, col direttore sportivo che è confermato in vista della prossima stagione. Non è un mistero che Massimiliano Allegri avrebbe gradito lui al suo fianco a condurre le operazioni di mercato della Juventus ma il Milan, e proprio Furlani, ritengono Massara il profilo ideale per il mercato del futuro. E Paolo Maldini? Lo ha sempre detto e sostenuto: non è tornato al Milan per non recitare un ruolo da protagonista, per non prendere decisioni. Così saranno da ridefinire i ruoli, i compiti, da capire se ci sarà spazio (perché no, in fondo?) per tutti nell'organigramma del futuro. Anche se una cosa è chiara e la questione del rinnovo di Leao l'ha evidenziata. Furlani sarà sempre più al centro dei racconti milanisti.

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Domenica 19 Maggio 2024
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