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Errori, stelle sottotono e testa scarica. Le riflessioni dopo l'Europeo fallimentare dell'Italia

di Tommaso Maschio
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È andata malissimo, inutile nascondersi dientro un dito. Le aspettative per questo Europeo erano altre, e non alte, visto un girone in cui – Francia a parte – le altre avversarie erano alla portata dell'Italia. Quantomeno dell'Italia vista non solo al Mondiale, dove fece qualcosa di straordinario andando oltre le più rosee aspettative, ma anche di quella che nel gruppo di qualificazione al prossimo Mondiale ha messo un piede e mezzo in Oceania (visto che saranno Australia e Nuova Zelanda a organizzare la manifestazione iridata). E invece in Inghilterra si è vista una squadra scarica, disorganizzata, fragile in difesa e spuntata in avanti, in cui le stelle hanno toppato e non sono riuscite a caricarsi sulle spalle la squadra e portarla a raggiungere quei quarti di finale che erano un obiettivo abbordabile. Col risultato che l'Europeo, numeri alla mano, sia stato fallimentare.

L'esordio con la Francia, squadra che è avanti anni luce rispetto a noi, è stata una mazzata da cui le azzurre non sono riuscite più a rialzarsi. Sia chiaro, perdere contro la squadra di Diacre ci sta e ci sta anche che la sconfitta sia sonora, ma non ci sta l'atteggiamento con cui la squadra di Bertolini è scena in campo: supponente all'inizio, quasi pensasse di potersela giocare alla pari, e troppo rinunciatario sotto i colpi di una squadra che nella ripresa non ha voluto infierire, lasciando spazio a una reazione che aveva fatto sperare in qualcosa che non c'era. Contro l'Islanda e il Belgio la squadra ha continuato a non riuscire a esprimersi sui propri livelli, scarica mentalmente e anche fisicamente, con idee confuse, poca precisione e cattiveria negli ultimi metri e una difesa troppo permeabile a errori e distrazioni fatali (come spiegare altrimenti i gol subiti in avvio, di gara e di ripresa, nelle ultime due gare?) e senza quel carattere che da sempre ci aveva contraddistinto. Una delusione su tutta la linea che ha prodotto un'eliminazione alla fine giusta, ancora più amara di quella di 5 anni fa (quando almeno arrivò una vittoria e nel gruppo c'erano due big come Germania e Svezia), che deve far riflettere in maniera seria e approfondita in vista del futuro.

Il gruppo che in questo ultimo quinquennio ha tirato la caretta, conquistando risultati importantissimi, sembra mostrare le prime crepe e probabilmente la ct Bertolini in questo Europeo ha pagato lo scotto del debito di riconoscenza, come successo al collega Mancini post vittoria in Inghilterra, verso alcune calciatrici che sono arrivate all'appuntamento non nella migliore condizione possibile - Gama, Boattin, Giugliano, Girelli e Giacinti sono state deludenti quando scese in campo - con altre che invece hanno mostrato di avere grinta e carattere da vendere, oltre che qualità - si pensi a Simonetti, Bergamschi e Piemonte fra le poche note liete del torneo azzurro - e altre ancora, che sarebbero state probabilmente più affamate e anche utili, rimaste a casa generando molto dubbi e qualche critica. Si pensi in questo caso Serturini o Greggi, tagliate all'ultimo, ma anche a Cappelletti che avrebbe meritato una chance dopo l'ottima stagione in maglia Empoli.

Ora inizia proprio una fase determinante per la Nazionale e il movimento femminile in vista di quelle due gare di settembre che saranno decisive per la seconda qualificazione di fila a un Mondiale (cosa mai avvenuta) che potrebbe essere il coronamento di una generazione d'oro che ha rilanciato e riportato alla ribalta il calcio femminile in Italia. Serve iniziare già ora il ricambio generazionale che dovrà aprire a un nuovo ciclo, probabilmente senza l'attuale ct che salvo sorprese continuerà fino alla prossima estate, anche se non sarà facile perché la base non è cresciuta come ci si aspettava e ci si augurava (siamo attorno alle 30mila tesserate), con il passaggio al professionismo della Serie A, giustissimo e che si spera possa essere allargato ad altre federazioni femminili, che dovrà essere gestito nel migliore dei modi affinché non si riveli un boomerang per un movimento, non più neonato e ormai grandicello, che ha bisogno di investimenti e progettualità per potersi reggere sulle proprie gambe e camminarci con sicurezza. Alle tante belle parole spese in passato, ma dov'era la Federcalcio ieri in occasione di una gara decisiva, ora vanno fatti seguire fatti concreti che permettano una vera continuità e portino a un allargamento della base che possa permettere di trovare le nuove Gama e Linari, le nuove Cernoia e Giugliano, le nuove Girelli e Bonansea, magari ancora più formate e pronte per competere fin da subito ad alti livelli.

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Domenica 5 Maggio 2024
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