"Ho assunto sostanze proibite". Garra Dembélé confessa tutto e tira in ballo anche Zidane
Era uno dei giocatori più promettenti della sua generazione, ma Garra Dembélé non ha avuto la carriera che sperava. Licenziato dall'Auxerre, mandato via da Liverpool per uso di cannabis e poi incarcerato per stupro a Roma nel 2006 (fu scagionato), dopo un provino con la Lazio, il maliano ha avuto solo una fase positiva, in Bulgaria (37 reti in 39 partite con il Levski Sofia, ha giocato anche con il Lokomotiv Plovdiv), dove però succedevano cose "strane", così come in Germania. Lo ha raccontato lo stesso ex calciatore, ritiratosi nel 2017, nel corso del documentario Destins brisés, trasmesso da L'Equipe: "In Bulgaria, al termine delle partite di Europa League, facevamo delle flebo. C'era un'infermiera in camice bianco; ci toglievamo le scarpe e ci attaccavano subito le flebo, perché 2-3 giorni dopo ci aspettava un'altra partita. Quando sono andato al Friburgo, assumevo sostanze che non erano ammesse in Germania. Ero drogato, probabilmente erano ormoni, non lo so...Ogni volta andavo io al test antidoping: urinavo ma non c'era traccia di quello che prendevo. Avevo una piccola scatola, sopra c'era il mio numero, l'11. Dopo gli allenamenti dovevo prendere una decina di pillole, non sapevo nemmeno cosa fossero. Alcune erano enormi e si bloccavano in gola. Se non le prendevi, avevi una multa".
Poi la stoccata a Zidane: "Ha preso la creatina quando è partito per l'Italia, in Francia non era permesso. Ha guadagnato massa muscolare, si è sviluppato".