Menù Notizie

ESCLUSIVA TC - LULU' OLIVEIRA: "A Marassi il Cagliari è sceso in campo scarico perché pensava di aver già quasi raggiunto la salvezza. Ma bisogna lottare sempre. In casa i sardi volano grazie al pubblico, ma poi in trasferta fanno piangere..."

di Matteo Bordiga
per Tuttocagliari.net
Federico De Luca
Federico De Luca

Con lui il Cagliari ballava la samba. Ed era una musica bellissima, che fece da sottofondo all’irresistibile cavalcata rossoblù verso la semifinale di Coppa Uefa: una chimera dolcissima e un insperato sogno di gloria interrotto soltanto da una famigerata serata storta – e maledetta – a San Siro contro l’Inter.

Luis “Lulù” Oliveira, brasiliano con passaporto belga, è stato forse il calciatore più iconico del Cagliari negli anni Novanta. La sua tecnica raffinatissima, unita a uno straordinario senso del gol e a una simpatia debordante, l’ha fatto entrare nell’immaginario collettivo dei tifosi isolani. Anche perché poi Lulù ha mantenuto un legame viscerale con la Sardegna, e ancora oggi tifa Cagliari davanti alla tivù. Ieri, come qualsiasi supporter, ha sofferto nel vedere gli uomini di Ranieri alla mercè di un Genoa che ha vinto in scioltezza, come si suol dire, senza neanche sporcarsi l’abito.

Lulù, dopo le ottime partite disputate contro Atalanta, Inter e Juventus ieri Scuffet e compagni hanno offerto una prova francamente sconcertante a Marassi. Mai pericolosi, mai incisivi e soprattutto molli e privi di mordente. Da cosa può essere dipeso?

“Ho paura che tanti di questi ragazzi abbiano pensato di essere già arrivati al traguardo. Per questo ieri sono scesi in campo più scarichi del solito. Ma devono capire che il Cagliari non è assolutamente ancora salvo, e deve lottare gara dopo gara per coronare la sua rincorsa. Sono stati fortunati, perché quasi tutte le dirette concorrenti hanno a loro volta perso, quindi in fondo alla classifica gli equilibri, tutto sommato, non sono cambiati.”

Il Cagliari continua ad accusare la “sindrome da trasferta”. I rossoblù hanno segnato pochissimi gol e fatto ancora meno punti lontano dalla Unipol Domus. A cosa può essere attribuita questa enorme differenza di rendimento tra casa e trasferta? È forse un problema di personalità e di mentalità?

“Non ne sono convinto, perché ad esempio con l’Inter a Milano la squadra ha tirato fuori una grande prestazione, giocando a viso aperto e meritando ampiamente il pareggio. Certo, quando il Cagliari gioca in casa ha il suo pubblico che lo sostiene alla grande, e questo è certamente un vantaggio. Poi però va in trasferta e, diciamocela tutta, fa piangere… Non saprei dire cosa succeda alla squadra, cosa scatti nella testa dei giocatori. Questo bisognerebbe chiederlo a Ranieri, che lo sa meglio di chiunque altro. Quello che so io è che i calciatori, anche lontano dalla Unipol Domus, devono avere ben chiaro in mente che la Sardegna deve assolutamente restare in serie A.”

Proiettiamoci alla gara di domenica prossima contro il Lecce, snodo vitale per l’undici di Ranieri. Anche grazie al recupero di qualche infortunato si spera che i sardi cancellino con un colpo di spugna la brutta immagine di sé che hanno dato al Ferraris.

“Sono passati tanti anni, ma io ricordo come se fosse ieri che Carletto Mazzone ci diceva sempre: ‘Quando giochiamo in casa dobbiamo sempre vincere, a prescindere da chi andiamo ad affrontare. Dobbiamo lottare su ogni pallone e fino alla fine, per il pubblico che ci viene a tifare’. Beh, domenica la sfida contro il Lecce sarà certamente complicata, perché anche i salentini inseguono la salvezza matematica. Ma il Cagliari non deve per nessun motivo sbagliare questa partita. Come del resto non deve sbagliare tutte le altre che restano da qui al termine della stagione. Anche quello contro il Sassuolo sarà un crocevia importantissimo, ma bisognerà fare risultato pure contro il Milan – che in questo momento sta regalando punti a tutti – e contro la Fiorentina, che potrebbe arrivare all’appuntamento di Cagliari distratta dalle sirene europee.”


Altre notizie Cagliari
Venerdì 17 Maggio 2024