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...con Robert Acquafresca

di Alessio Alaimo
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“Vedo il Bologna in difficoltà; l’Inter è rivitalizzata dalla Champions, il morale è a mille”. Così a TuttoMercatoWeb l’ex attaccante di - tra le altre - Cagliari, Inter e Bologna, Robert Acquafresca.

Che succede al Bologna?
“Per me il più incazzato è Mihajlovic, il cammino del Bologna è abbastanza inspiegabile”.

L’Inter viene da una vittoria in Champions, che tiene vive le speranze.
“Una vittoria che tiene viva la speranza. Le squadre di Conte non mollano mai, anche quando sono morte hanno la capacità di tirare fuori qualcosa”.

E stasera?
“Il calcio è bello perché può riservare delle sorprese. Per il Bologna può essere l’inizio di un nuovo cammino. Sono abbastanza neutrale. Ho difficoltà a schierarmi, entrambe mi hanno dato tantissimo. Con un pareggio scontenterei l’Inter e magari, dipende come si mette la partita, anche il Bologna”.

Il suo ex Cagliari come lo vede?
“A parte Godin non ha fatto grandi colpi. Ma il colpo può essere Di Francesco. Ci sono calciatori giovani come Zappa e Sottil che devono crescere, hanno potenzialità”.

E poi c’è la certezza Joao Pedro...
“Lui così come Cragno, Nandez e altri sono delle certezze. Ma il Cagliari ha anche dei capitani fuori dal campo, penso a Pisacane. E poi c’è Pavoletti. E Di Francesco che è un grande allenatore, ha cambiato modulo e sta raccogliendo i frutti: poi ci sarà modo e tempo di provare nuove cose”.

Un colpo a gennaio potrebbe essere Nainggolan.
“Farebbe comodo a tutte le squadre di Serie A. Anche alla Juventus. È un mio amico, dispiace che non giochi all’Inter. Ha il carisma e l’esperienza per far crescere Marin. Da tifoso spero torni, ma è un giocatore che costa. Con Nainggolan il Cagliari alzerebbe l’asticella”.

E lei, davvero ha deciso di smettere?
“Si. Non è arrivato niente che mi interessasse realmente. Non devo andare a rubare l’ultimo stipendio. Oggi a trentatré anni capita che sei vecchio. Ringrazio il calcio per tutto quello che mi ha dato”.

Il momento da ricordare?
“Sono un ragazzo semplice, venuto da un paesino. Ho fatto gol e giocato in Serie A per dieci anni, arrivare è più facile rispetto a confermarsi. Se devo citare un momento dico la salvezza del 2008 con Ballardini”.

E nel futuro cosa c’è?
“Preferirei un ruolo dirigenziale. Quando smetti ci sono più vie: agente, dirigente, allenatore, team manager. Ma io vorrei fare una scelta precisa. Non mi piace provare e poi ripensarci”.

A proposito di ruolo dirigenziale. Il modello da seguire?
“Sono stato la prima operazione di Marroccu, gli devo tanto e gli sono affezionato. Però voglio menzionare anche il rapporto di odio e amore con Capozucca, mi ha sempre detto le cose in faccia. Bello così”.
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