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Moreno Longo e i moduli. Difesa a tre o a quattro? C'è una preferenza. L'analisi

di Antonio Testini
per Tuttobari.com
Matteo Gribaudi/Image Sport
Matteo Gribaudi/Image Sport

Manca sempre meno all’annuncio del nuovo allenatore del Bari. Si è ormai concordi nel ritenere che la scelta sia ricaduta su Moreno Longo per aprire il nuovo ciclo biancorosso. Sarà un passaggio importante per pianificare la nuova stagione. Così come sarà importante, da parte sua, scegliere su quale sistema di gioco orientarsi per iniziare a programmare la campagna acquisti estiva.

Nel corso della sua carriera Longo ha mostrato una grande capacità di adattamento agli organici a disposizione. Agli albori della sua carriera ci fu l’utilizzo della difesa a 4. Come allenatore della Primavera del Torino, con cui vinse anche uno scudetto, impiegava un 4-2-4 che si trasformava in fase di non possesso in un 4-3-3.

Il ripiegamento verso la difesa a 3 fu però precoce e risale agli anni di Vercelli. In quel periodo Longo proponeva un solido 3-5-2 che faceva della compattezza e dell’equilibrio le sue armi principali. Arrivato a Frosinone, invece, Longo ha mostrato anche una buona propensione ad un calcio più offensivo sperimentando con un 3-4-3, un 3-4-1-2 e il 3-4-2-1.

Il sistema di gioco con la difesa a 3 – nelle sue varie possibili interpretazioni – è stato quello più apprezzato e sperimentato dal tecnico torinese. Negli ultimi anni, in particolare, la scelta è ricaduta su un offensivo 3-4-1-2 con un trequartista ad agire alle spalle delle due punte. Eppure, il suo trasformismo si è conservato: infatti, nell’ultimo campionato a Como ha impiegato sia il 3-4-1-2 che un classico 4-4-2, mostrando ottime capacità di adattamento alle partite e alla rosa a disposizione.


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