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Il Bari di Fascetti: una squadra che sorprese tutta la Serie A

di Redazione TuttoBari
per Tuttobari.com

Correva l’anno 1990 quando il Bari, affrontando in finale il Genoa, alzava al cielo il suo primo, nonché unico, trofeo di stampo internazionale, ovvero la Mitropa Cup. Erano passati ben tredici anni da quando la famiglia Matarrese decide di rilevare la proprietà della compagine pugliese e finalmente arrivò un successo per una piazza estremamente calda e appassionata, che ha voglia di grande calcio e di sognare in grande.

Anche oggi ci sono tanti tifosi che continuano a sperare e a sognare che il Bari possa ritrovare quei fasti. Alcuni sostenitori sono fermamente convinti che la compagine biancorossa, nel corso dei prossimi anni, tornerà a giocare ad alti livelli e stanno scommettendo proprio in tal senso. D’altro canto, con il gran numero di piattaforme che sono presenti online, è diventato quasi un gioco da ragazzi piazzare una puntata. Non solo, visto che si possono anche confrontare le quote tramite appositi portali, in modo tale da trovare quelle più convenienti in base alle proprie preferenze. Sul portale di Comparabet.it, ad esempio, c’è la possibilità di fare confronti su tante quote differenti, ma anche trovare utili pronostici di oggi pronti da giocare.

L’arrivo rivoluzionario di Eugenio Fascetti

Se proprio la vittoria in Mitropa Cup si poté considerare l’inizio di una serie di annate disastrose per il Bari, dal momento che nonostante l’ingaggio di due giovanissimi fuoriclasse come David Platt e Zvonimir Boban, la retrocessione in Serie B arrivò inesorabile.

Ed è stato l’arrivo di Fascetti a cambiare completamente i programmi in casa biancorossa. Al primo anno è in grado di centrare la promozione nella massima serie, nonostante il Bari non sia di sicuro la compagine più forte in quel campionato cadetto, caratterizzato da un tasso tecnico veramente molto alto in quegli anni. Il quarto posto vale il pass per raggiungere la Serie A e in quel campionato furono sostanzialmente due i giocatori-rivelazione, ovvero Nicola Ventola e Klas Ingesson.

L’attacco è composto da due giocatori che si sarebbero messi in mostra in maniera importante nel corso delle annate successive, ovvero Flachi e Di Vaio, mentre ci sono diversi giovani in rampa di lancio, pronti a ritagliarsi lo spazio che meritano. Si tratta, ad esempio, di Sala nella retroguardia difensiva, ma anche di De Ascentis e Volpi in mezzo al campo.

Il progetto del Bari è giovane, ma sicuramente è in grado di garantire degli ottimi frutti, una testimonianza perfetta in tal senso arriva anche da quanto è in grado di fare la squadra primavera, che vince il Torneo di Viareggio, battendo in finale il Torino, avversaria molto più quotata, e aver fatto fuori big come Juventus e Milan.

Obiettivo salvezza, ma poi…

Il Bari guidato in panchina da Eugenio Fascetti comincia la Serie A con l’unico intento di raggiungere il prima possibile la salvezza, battagliando per tale obiettivo, ma la stagione si rivela molto più soddisfacente e ricca di soddisfazioni di quello che si potrebbe pensare e, alla fine del campionato, arriva un grandissimo undicesimo posto.

Nelle stagioni successive, il Bari di Fascetti sembra proprio che riesca ad esaltarsi, anche grazie a un impianto di gioco che funziona alla grande. Probabilmente il momento più ricordato ed emozionante è rappresentato dal match casalingo in cui la compagine biancorossa riuscì ad avere la meglio sull’Inter con una spettacolare rete di un giovanissimo Antonio Cassano. Era il 1999 e di fronte c’era l’Inter miliardaria di Marcello Lippi, trafitta dalle pungenti ripartenze del Bari. I giovani sono tutti di grande qualità, c’è anche qualche gregario che fa sempre il suo dovere, come ad esempio la colonia degli scandinavi, formata da Daniel Andersson, Peter Knudsen e Michael Madsen, per non parlare del bomber africano Masinga.


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