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Bari, quanta fatica a chiudere le partite. Il dato incontrovertibile

di Claudio Mele
per Tuttobari.com

È sfumata la quarta vittoria consecutiva in campionato al cospetto di una coriacea Paganese, che, ieri pomeriggio, ha strappato un prezioso pareggio davanti ai 5000 spettatori del 'San Nicola'. Due punti persi dal Bari, che ha dimostrato per gli interi novanta minuti una determinazione ed una abnegazione sicuramente da lodare. Ne ha però guadagnati tanti in credibilità, vista la sicura prestazione positiva di molti dei suoi elementi. La sensazione è che questa squadra sia ancora lontana dall'esprimere totalmente il proprio potenziale, peccando a volte di leziosità e mancanza di cinismo.

Già, perché Cheddira e soci non riescono a concretizzare la mole di gioco che sapientemente costruiscono. E in un gioco bellissimo e allo stesso tempo infame come il calcio, l'arte di chiudere le partite è prerogativa di ogni team che vuole dominare e centrare i propri obiettivi. Con la stessa Paganese, al netto del rigore sbagliato da Antenucci, il Bari ha gettato alle ortiche troppe occasioni da gol (anche in 10 contro 11), per poi venire puntualmente punito dagli ospiti grazie al bel gol in contropiede di Firenze. A nulla è valso lo sforzo finale, con la gara che si è chiusa in parità facendo masticare amaro per una vittoria sfumata.

Era già successo in quel di Potenza alla prima giornata, quando Salvemini trovò il gol del definitivo pareggio, prima che Simeri non sbagliasse un gol a tu per tu con il portiere avversario. Poteva essere lo stesso film di Catania, con i biancorossi incapaci di chiudere la contesa dopo la bella rete di Terranova. Tanti contropiedi sbagliati, con gli etnei che riuscirono a equilibrare la contesa grazie al colpo di testa di Moro. Solo Simeri permise ai galletti di tornare a casa con i tre punti. Con il Picerno è bastato, fortunatamente, solo il gol dell'attaccante partenopeo, a fronte di 3-4 occasioni da gol pulite. Stesso dicasi con la Fidelis Andria, quando D'Errico e compagni non riuscirono a segnare, venendo estromessi dalla competizione. Cinque volte su sei partite finora disputate.

Insomma, Mignani deve lavorare molto sulla testa dei calciatori per inculcargli una fame sotto porta degna del miglior Bobo Vieri. È ovvio che qui se fosse possibile tutti vorrebbero segnare, però talvolta ci si perde in leziosismi di troppo e che poco si sposano con una categoria come questa. Se questa squadra imparerà presto a chiudere le partite, il Bari potrà viaggiare a vele spiegate verso l'agognata serie B. 


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