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Vannetiello (legale Millesi) a TuttoAv: "I tifosi stiano tranquilli, l'Avellino può vedere ridotta la sanzione: ecco perché"

di Domenico Fabbricini
per Tuttoavellino.it
Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com
Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com

L'avvocato Dario Vannetiello, legale di Ciccio Millesi, ai microfoni di TuttoAvellino.it prova a fare chiarezza sul reclamo da lui presentato avverso alla squalifica dell'ex calciatore dell'Avellino, il cui esito positivo potrebbe vedere ridotta o addirittura estinta anche la sanzione in classifica ai biancoverdi. “Il mio reclamo si basa in primis su alcune questioni procedurali emerse durante il giuzidio di primo grado – spiega -. Nello specifico l'improcedibilità del provvedimento per scadenza dei termini in relazione a Pini, Arini e Biancolino. In un primo momento non avevo cavalcato questa ipotesi perché era già nella prima memoria scritta che avevo presentato, in un secondo momento, in seguito alla decisione del tribunale, in sede di reclamo ho deciso di inserire anche questo aspetto richiamando in causa una decisione simile adottata in ambito tennis e che secondo me potrebbe essere allargata a tutto l'ambito Coni. Ma ho introdotto anche un argomento giuridico nuovo mutuato dalla giustizia ordinaria: in sintesi tutto il procedimento non poteva avere luogo in quanto la Procura non aveva comunicato i deferimenti nei termini di legge. Tutti attribuiscono al collega Chiacchio la paternità di questo tipo di reclamo ma già nella memoria difensiva del 28 febbraio avevo fatto presente il vizio di forma. La giustizia sporiva per certi versi imita quella penale e quindi chi come me è abituato a seguire casi di rilevanza penale è avvantaggiato nella ricerca di cavilli cui appellarsi, come ho fatto per ottenere la scarcerazione di Millesi.

Tornando al reclamo, in un altro punto faccio presente come ad essere prese in considerazione siano le parole di un pentito, e quindi per definizione inattendibile a meno di riscontri reali. Il Tribunale ha ritenuto di agire sulla base di intercettazioni che dimostrerebbero l'illecito sportivo di Millesi: è vero che ci sono le intercettazioni, ma riguardano solo il pentito Accursio, Pini e Russo, un altro associato al clan camorristico. Non ci sono riferimenti a Millesi che non ha mai avuto contatti con il clan. C'è di più: Izzo è stato squalificato per omessa denuncia nella vicenda, non per illecito; allora lo stesso deve valere per Millesi. Il mio ricorso si basa sul prosciogliemento degli altri calciatori in primo grado accusati di omessa denuncia, ed essendo stati tutti prosciolti, compreso il presidente Taccone, lo stesso chiedo per Millesi.

Se ciò fosse accolto, ne favorirebbe anche l'Avellino perché i club sono puniti per responsabilità oggettiva, ma se venisse provata l'innocenza di Millesi cadrebbe la responsabilità oggettiva nei suoi confronti e quindi la società si potrebbe veder restituiti tutti o parte dei punti di penalizzazione, poiché meno grave è l'illecito minore sarà la sanzione”.

Vannetiello spiega poi più approfonditamente la quesiont della scadenza dei termini: “Noi avvocati penali ci affidiamo talvolta a dei cavilli per far cadere le accuse, in questo caso il cavillo è la scadenza dei termini procedurali. Alla prima udienza l'avvocato Chiacchio reclamò l'improcedibilità del processo per questo motivo, probabilmente oralmente mentre io l'ho anche messo per iscritto, risultato il processo fu rimandato al 4 aprile. Ma una norma impone al Tribunale di emettere il giudizio di primo grado 90 giorni dopo l'atto di deferimento, avvenuto il 16 dicembre, quindi siamo ben oltre i termini”.

Ma il reclamo del legale, come abbiamo avuto modo di spiegare nei giorni scorsi (clicca qui), si basa su diversi punti, come il concetto di reato in associazione: “si configura quando ci sono tre o più persone che si associano per commettere un illecito. Ma dopo i vari proscioglimenti restano coinvolti sono Millesi, Pini e Izzo. Ma Izzo è stato accusato di omessa denuncia non di illecito sportivo e quindi cadrebbe il numero minimo di 3 associati. Ci sarebbe Accursio ma l'illecito sportivo va commesso da tesserati, e Accursio non lo è.

Io sono uno sportivo, amo il calcio e pratico diversi sport, ho rivisto le partite incriminate, Avellino-Reggina e Modena-Avellino e non ho ravvisato alcun comportamento anomalo. E' vero per esempio che contro la Reggina si sentiva dire in un'intercettazione “devono prendere tre polpette”, e di fatto la partita termina 3-0, ma gli accusati non scommettono sul risultato esatto o sui marcatori, ma solo sull'”1”, abbastanza scontato visto che l'Avellino lottava per i playoff e la Reggina era retrocessa e in campo con i ragazzi delle giovanili. Anche in Modena-Avellino un accusato, Peccarisi, fa di tutto per evitare il gol e quando questo arriva capita da azione normalissima, con palla sulla traversa che finisce qui sulla testa di un avversario che fa gol. Infine, in un'intercettazione si sente Accursio dire a Pini che, nel caso le partite non fossero andate come pianificato, Millesi avrebbe dovuto restituire 350 mila euro, Pini risponde “verifico con l'amico e ti faccio sapere”. Ma successivamente non si registrano né telefonate né scambi di sms tra Pini e Millesi, l'amico potrebbe anche essere qualcun altro, fatto sta che dopo 15 minuti Pini rassicura via messaggio Accursio autonomamente. A mio avviso il tutto si basa su millanterie dello stesso Pini, senza alcun riscontro. Inoltre Millesi guadagnava 90 mila euro l'anno all'Avellino, come avrebbe potuto accettare di restituire una somma simile? Senza dimenticare che la vincita avrebbe fruttato circa 60 mila euro da dividere tra capo clan, scommettitori che si sarebbero recati all'estero per non destare sospetti, calciatori coinvolti, ecc. Rischiare 350 mila euro per vincere 5-10 mila è fuori ogni logica”.

Vannetiello chiude con un augurio: “che tutto vada per il meglio, i tifosi dell'Avellino devono stare tranquilli perché non ci sono elementi di illecito nelle partite contestate. Francesco sta vivendo questo periodo con molta ansia perché ne va della sua immagine e del rapporto con la tifoseria avellinese. Lui si sente molto legato a questa maglia tanto che all'ultimo anno di contratto aveva chiesto il rinnovo a Taccone che glielo aveva accordato, rifiutando anche offerte da altre società ad ingaggi migliori, perché si trovava bene ad Avellino dove si era trasferito con tutta la famiglia. Purtroppo a fine stagione il presidente cambiò idea provocando malumore nel calciatore che finì in panchina le ultime gare. Ma anche chi parla di fuga sbaglia, era sempre in panchina a disposizione. Anche questo elemento varrà nel mio reclamo”.


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