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Ds Campobasso: "Braglia utile anche per crescita del club. In C per lasciare il segno"

di Claudia Marrone

Nel corso della diretta odierna di A Tutta C, trasmissione targata TMW Radio e dedicata al mondo della Serie C, è intervenuto il Direttore Sportivo del Campobasso Sergio Filipponi, che con la squadra si sta preparando al ritorno in Serie C: "È un bel girone, il B, ha delle squadre forti e di sicuro sarà complicato. Ma sì sa, in categoria i nomi se non si ambientano contano poco, è soprattutto un campionato di corsa. Poi guardare il Cesena: hanno avuto il coraggio di far giocare 4-5 under del loro settore giovanile, giocatori fatti e finiti, e hanno centrato il risultato”.

È stato contento di essere riuscito a prendere Braglia?
“Assolutamente sì, è già nato un ottimo rapporto. Ha grandissima umiltà nonostante abbia vinto sei campionati, ci sta dando anche delle dritte che sono molto importanti per la nostra crescita. Come la società, cerchiamo di accontentarlo in tutto perché non vogliamo partecipare a questo campionato, vogliamo lasciare il segno. Però anche il Catania è partito per vincere e invece si è salvato all’ultima giornata...”.

Per quanto invece riguarda il calciomercato, come vi state muovendo?
“Abbiamo prima preso giocatori importanti, lo scorso anno Mondonico ha fatto un grande campionato e anche D’Angelo. Sono due giocatori pilastri. Dietro, poi, ci sono ragazzi che sgomitano. Abbiamo inserito anche nella squadra giocatori giovani, ma importanti. Con Braglia e tutti noi si può creare un clima di armonia e di sana competizione, che non deve mancare mai".

Nel vostro girone ci sarà anche il Milan Futuro. Che si aspetta dai rossoneri?
“Io sono favorevole alle seconde squadre, guardo in ottica di Nazionale. La Juventus lo scorso anno era una meraviglia, anche se non sono partiti benissimo, e dal Milan Futuro mi aspetto la stessa cosa: una partenza un po’ a rilento e poi uno sprint. Io parlo spesso con questi ragazzi, che sono abituati a certi comfort; quando vengono mandati in alcune piazze di C non è facile”.

Ma ci dovrebbero essere dei limiti sugli stranieri nelle Seconde Squadre?
“Assolutamente sì. La verità è una: non giochiamo più, il problema è che non si gioca più a pallone. Vi faccio un esempio: se studi l’inglese una volta a settimana e uno lo studia cinque volte, chi diventa più bravo? Come si fa a crescere giocando 3 ore a settimane?”.


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