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Livorno, adesso il derby contro il Pisa diventa una prova di maturità

di Claudia Marrone

Un gol in quella porta che al Pisa era costata un derby, quello contro il Livorno, che per la prima volta nella storia prendeva i tre punti contro l’acerrima rivale grazie a un’autorete, poi una parabola discendente, perché a quella che poteva essere la gara della svolta - per altro la più sentita dell'anno - non c'era stato seguito. Con l'acqua che scorreva sotto i ponti, rompendoli.

Dal quel 26 ottobre a Livorno sono cambiate tante cose, compreso l'allenatore. Perché una scossa serviva, ma se si escludono una vittoria e quattro pareggi, l'andamento non si è mai modificato, dopo il derby ci sono state 10 sconfitte, al netto di chi guidasse la squadra. A niente è servito l'esonero di Roberto Breda, Paolo Tramezzani non è riuscito a incidere su una squadra scarica, che è comunque stata rivitalizzata dal mercato, e che ha ripreso Breda alla sua guida, lo scorso 3 febbraio. E piccoli passi si sono visti: il pari a Udine contro il Pordenone, la vittoria sul Chievo Verona e il blocco alla seconda in classifica nel turno infrasettimanale di ieri, 2-2 interno contro il Frosinone.
Stavolta le due sconfitte dopo il pari contro i friulani (brutto ko nello scontro diretto con il Cosenza e sconfitta di misura contro la Salernitana), non hanno alterato un equilibrio che forse è stato ritrovato. Certo, la classifica piange, sempre ultimo posto con la possibilità di giocarsi i playout che dista nove punti, ma la matematica per ora non condanna nessuno.

E al gap maturato durante l'anno non importa pensare. "Adesso bisogna recuperare energie; e questo genere di partite vanno preparate soprattutto dal punto di vista tattico. Stasera andiamo in ritiro in vista del derby fino a venerdì per prepararlo al meglio", le parole del mister labronico.
Quel che poi sarà, si vedrà.


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