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Ascoli, avventura lampo per Abascal. Due partite per infrangere il sogno del baby allenatore

di Tommaso Maschio

Dopo la breve parentesi, vincente visto il 3-0 a Livorno, come allenatore ad interim (fra Paolo Zanetti e Roberto Stellone) nel febbraio scorso per Guillermo Abascal ad aprile – in pieno lockdown - era arrivata l’occasione della vita: la panchina dell’Ascoli ad appena 31 anni. Certo non poter allenare e farsi conoscere dai propri giocatori per oltre un mese non era un compito facile per quanto lo spagnolo, essendo l’allenatore della Primavera, conoscesse già l’ambiente e come detto avesse già guidato la prima squadra in un’occasione. Una nomina che aveva suscitato qualche perplessità vista la giovane età e l’inesperienza di Abascal, ma che era stata confermata in più di un’occasione dal presidente Massimo Pulcinelli e poi il 30 maggio da una nuova nota ufficiale del club in cui si annunciava la firma fino al 2022 dell’allenatore. Una fiducia che sembrava illimitata e più forte anche delle eventuali difficoltà che Abascal e la squadra avessero potuto trovare alla ripresa della stagione, ma che così evidentemente non era.

Sono infatti bastate due sconfitte interne – 1-3 contro la Cremonese e 0-1 contro il Perugia – invece per far crollare tutto e portare all’esonero di Abascal annunciato nella serata di oggi, ma nell’aria già da ieri dopo il fischio finale della sfida contro gli umbri. Un’avventura amara, amarissima, per l’iberico che sperava di avere più tempo (oltre che un inizio migliore) e magari aprire un ciclo sulla scia magari di quel Julian Nagelsmann che neanche trentenne venne chiamato a guidare l’Hoffenheim iniziando una scalata inarrestabile nel calcio tedesco.


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