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Uva (dirigente UEFA): "Cinque squadre italiane in semifinale non sono la panacea dei mali"

di Dimitri Conti

Michele Uva, dirigente UEFA ed ex direttore generale FIGC, ha parlato dall'evento di presentazione del suo nuovo libro da Firenze. Di seguito le dichiarazioni riportate da Firenzeviola.it: "Parliamo di undici temi che sono temi integranti del calcio ma vengono prima e dopo i 90 minuti. Le idee aiutano lo sviluppo dei ricavi quindi si ricollegano tra di loro. L'importante è che i soldi diventino investimenti e che le idee producano passione e determinino il risultato positivo per qualsiasi club. Parliamo di stadi, di nuovi modelli di gestione, di settore giovanile e tanti altri: argomenti che i tifosi dovrebbero conoscere".

Cinque squadre italiane nelle semifinali europee sono un toccasana?
"Il mio ruolo UEFA non mi permette di entrare nel merito: io ho equidistanza tra tutti i club in Europa. Io tifo per il calcio, perché tutte le competizioni siano belle come sono. Poi il cuore è felice".

E sui bilanci?
"Bisogna solo controllare che i bilanci siano in regola per partecipare alle competizioni europee. In Italia va tolta la cultura dell'alibi. E sugli stadi sono d'accordo con Barone quando dice che se si vuole fare una cosa allora si riesce a fare".

Com'è la situazione del calcio in Italia?
"Cinque squadre in semfinali europee non è la panacea di tutti i mali, sono cose cicliche che accadono nel calcio. Ci sta che tra un anno nessuna squadra vada avanti in Europa. Se si investe, i soldi devono produrre beneficio. Però abbiamo molti casi in cui vengono sperperati i soldi. Cosa deve fare l'Italia non lo devo dire io, però ci sono margini di crescita importanti".


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