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Sogliano e la 'sliding door' col Milan: "Chiacchiera con Galliani, non avrei avuto spazio"

di Paolo Lora Lamia

In un'intervista riportata da L'Arena, il ds del Verona Sean Sogliano ha toccato vari temi ricordando innanzitutto quel momento in cui poteva entrare nella dirigenza del Milan: "Avevo fatto bene a Varese e qui al Verona. Ci fu una chiacchiera con Galliani, ma non avrei avuto tutto lo spazio
operativo. Qualcosa non andò bene e mi ritrovai pure senza l’Hellas. Ho avuto altre esperienze più o meno felici ma quel che conta è la realtà. Sono qui e lotto con i gialloblù".

Sul presidente più estroso che ha avuto: "Senza dubbio Gaucci. A Perugia sono rimasto 5 anni e ne ho viste di tutti i colori. Lui però era un innovatore. Ho visto
transitare più giocatori lì che in tutta la mia carriera. Lui portò arabi, cinesi, giapponesi, olandesi, tedeschi e americani. Un aneddoto? Una volta arrivò in allenamento un cinese. E dai, capimmo subito che a malapena riusciva a passare il pallone. Aveva sbagliato persona. Giuro è andata così".

Sul patron gialloblù Setti: "Un dirigente che lascia lavorare ma è sempre presente. Non so se il suo sia coraggio o che cosa. Lui crede nei giovani e non ha paura a prenderli. Spinge sempre al massimo affinché arrivino al Verona ma io alla fine faccio la parte di quello prudente".

Sui paesi interessanti in chiave mercato, in primis l'Olanda: "In quei campionati, a parte le prime squadre olandesi, nelle altre ci sono calciatori interessanti con ingaggi alla nostra portata. Abbiamo avuto bravura e fortuna con Noslin, oggi ci riproviamo con Livramento. A me piacerebbe avere un calciatore esperto e uno giovane. A volte il mercato e le condizioni economiche te lo concedono, altre no".

Sulla filosofia gialloblù e sul suo colpo migliore: "Qui tutti hanno una chance. Noi dobbiamo lottare per ottenere il massimo e salvarci. Il colpo? Non esiste, perché penso più magari a qualche delusione. Chiaro che oggi dire Ngonge o Noslin è facile. Ma dietro al calciatore che fa bene c’è un grande lavoro di
gruppo. Certo al Verona la cosa che ricordo con piacere è quella di avere allungato la carriera di un certo Luca Toni. Quando andammo a prenderlo insieme al presidente Setti e pranzammo con lui a Carpi. La Fiorentina gli aveva offerto al massimo una squadra giovanile, noi lo convincemmo che aveva ancora tanto da dare".


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