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Perché la partita di Torino è importantissima per l'Inter di Inzaghi

di Ivan Cardia

Nessuno sottovaluta il Salisburgo. La Champions è sempre la Champions. La sensazione, però, è che oggi in casa Inter la priorità sia tutta sul campionato. L'ha fatto capire a più riprese nei giorni scorsi l'ad Marotta, lo suggerisce il momento dei nerazzurri: aver surclassato il Milan nel derby non è bastato a Simone Inzaghi per arrivare alla sosta da primo in classifica. Anzi, i due punti di ritardo rispetto ai rossoneri, legati ai due passi falsi contro Sassuolo e Bologna, suonano come una beffa proprio per la differenza messa in campo nella stracittadina di San Siro.

Fattore Juric? Fino a un certo punto. Se gli elementi di cui sopra inducono l'Inter a puntare forte sulla gara dello Stadio Olimpico Grande Torino, anche l'intensità che il croato impone alle sue squadre - e che i nerazzurri generalmente soffrono - suggeriscono particolare attenzione. Il bilancio tra Inzaghi e Juric, però, è un discreto elemento per sorridere: il piacentino è l'allenatore più affrontato in carriera da Ivan, che però ha vinto una sola volta su dodici precedenti. Simone, viceversa, si gode otto vittorie, comprese l'andata e ritorno dello scorso campionato, entrambe col risultato di 1-0.

Formazione tipo? Di sicuro, non tantissime alternative. Lautaro ha riposato nella seconda uscita dell'Argentina e c'è da aspettarselo titolare insieme a Thuram. Gli intoccabili - Dumfries, Calhanoglu e Mkhitaryan - sono attesi dal primo minuto, i ballottaggi che riguardano quei ruoli in cui il divario tra titolare e alternativa è meno ampio sono comunque relativi: Dimarco/Carlos Augusto, Acerbi/De Vrij, Darmian/Pavard. Più aperta, semmai, la competizione fra Barella e Frattesi: il primo non sta vivendo il suo miglior avvio di sempre, il secondo aspetta la seconda occasione da titolare. E poi, da non dimenticare, la prossima settimana c'è comunque il Salisburgo.


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