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Mentalité, Volonté, Olivier. Così il Milan batte il Psg e rinasce

di Antonello Gioia

La notte del Milan contro i francesi di Parigi è nel segno forte dell'assonanza con le tre parole che, da secoli, sono il motto del popolo d'oltralpe: niente Liberté, Égalité, Fraternité, ma Mentalité, Volonté, Olivier. Perché è con queste tre chiavi che la squadra di Pioli ha battuto il Paris Saint-Germain, ribaltando, con le reti di Leao e Giroud, l'iniziale vantaggio firmato da Skiniar e rimettendosi in pienissima corsa per la qualificazione agli ottavi di Champions League.

Mentalité e Volonté
I rossoneri venivano da un mese difficile: zero vittorie dopo quella di Genova del 7 ottobre, la brutta figura in quel di Parigi, il brutto secondo tempo di Napoli e la prestazione oscena contro l'Udinese di sabato. E poi è arrivata la magia della Champions League, costellata da un San Siro magnifico per colori, decibel e sostegno, pienissimo e gioioso dopo i fischi dell'ultimo match e, con essa, tutta la voglia e la mentalità di un gruppo di ragazzi che Pioli ha definito come "il migliore che abbia mai allenato". D'altronde, ci vuole volontà per ripartire dopo i fischi assordanti subiti dal proprio San Siro, ci vuole volontà per rimettersi a lavorare, per ricompattarsi e ci vuole mentalità per ribaltare un match contro una squadra molto forte, ribattendo colpo su colpo quando c'era da attaccare (il primo tempo è stato bellissimo, con azioni da una parte e dall'altra a grande velocità e con grande qualità) e difendendosi con ordine e disciplina nella ripresa, quando il PSG di un fantasmico Mbappé ha provato a rifarsi sotto.

Olivier
Giroud, il match winner, per citare tutti: chi più chi meno era stato messo sotto accusa. E tutti, Pioli compreso, hanno dato ieri sera grosse risposte: il 9 ha sovrastato Skriniar in occasione del gol su assist perfetto di Theo Hernandez, Leao ha giocato una gara da top player assoluto impressionando il collega Mbappé, Loftus-Cheek ha letteralmente dominato il campo con la sua prestanza fisica e le sue galoppate, Musah e Reijnders si sono ottimamente disimpegnati nel dividersi la mediana del 4-2-3-1, Calabria e Tomori sono stati sempre perfetti nella marcatura dei loro fortissimi rivali. E da tutto ciò, dunque, che il Milan riparte: grazie al gol di Olivier sì, ma con la giusta mentalité e la giusta volonté.


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