.

Marotta e lo scudetto: “Voglia di esplodere. Dimarco capitano quando Lautaro va... in pensione”

di Ivan Cardia

Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, è intervenuto a margine della presentazione del nuovo libro di Gianfelice Facchetti: “Il capitano deve rappresentare l’azienda, trasmettere senso di appartenenza e inculcare cultura del lavoro. È facile per noi riconoscere un capitano”.

Siete vicini allo scudetto. È proprio necessario farli con il Cagliari questi punti? (Domanda scherzosa di Giorgio Porrà, ndr)
“C’è grande ottimismo. Cagliari? Beh, si salva lo stesso”.

Si dice che il calcio è della gente, poi il derby di lunedì…
“C’è grande ottimismo dentro e voglia di esplodere e adrenalina forte: ma c’è il rispetto, manca ancora qualche punto. Cerchiamo di essere concentrati. Il Cagliari, ci dispiace ma si salva lo stesso, indipendentemente dal risultato di domenica”

Un ricordo di Facchetti?
“Giacinto l’ho ammirato da ragazzino, le prime figurine Panini erano sue, andavo a vedere gli allenamenti alla Pinetina. Poi l’ho conosciuto da dirigente, all’epoca ero alla Sampdoria e ho appressato il suo modo molto rispettoso di porsi nei confronti degli altri. Non parlava molto, ma esprimeva tutto quello che significava essere capitano”.

Lautaro esempio di capitano.
“È cosi, è molto maturato e siamo arrivati a dire che la fascia da capitano è sua, rappresenta i valori del ruolo. E ha un grandissimo senso di appartenenza: voi non vedete il pre gara, ma è il più teso e dietro questa tensione c’è il suo amore per l’Inter”.

Quando un capitano nato nell’Inter?
“Posso dire che di capitan futuro ce ne sono tanti. Lunedì a Udine su ventidue giocatori c’erano solo tre italiani, oggi il calcio è globale e gli italiani giocano molto meno di prima. È difficile, ma ce ne sono. Dimarco è veramente un ultras, è uno che impersonifica i valori dell’Inter, però anche per diventare capitano bisogna andare a scuola. Magari può farlo quando Lautaro va… in pensione”.


Altre notizie