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Marocco e Spagna sfidano l'insonnia: 90' di passaggetti e noia. 0-0, si va ai supplementari

di Ivan Cardia

Davanti a Marocco-Spagna si sta come Fantozzi innanzi alla Corazzata Potemkin. Finisce 0-0, almeno nel tempo regolamentare, una gara potenzialmente piena di contenuti, tra calcio e storia, vista la vicinanza e rivalità dei due Paesi. Il risultato, viceversa, fotografa un'ora e mezza più recupero di noia e nulla: si va ai tempi supplementari, con l'augurio di assistere a qualcosa di diverso.

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Poche occasioni vere. La Roja di Luis Enrique - una dozzina di corner, neanche uno tirato alto - s'affida alla propria ragnatela di passaggi, con una percentuale bulgara di possesso palla: la montagna, però, non partorisce il topolino chiamato gol. I Leoni d'Atlante, pericolosi a inizio gara con le ripartenze e trascinati da un pubblico del tutto a loro favore, accettano nella ripresa il ritmo lento imposto dagli iberici. A risvegliare, almeno parzialmente, la gara, ci pensano soprattutto gli ingressi di Nico Williams e Walid Cheddira - all'esordio mondiale - nel finale, ma non basta a cambiare il risultato, nonostante alla fine Bounou debba anche volare da un lato all'altro sulla punizione insidiosa di Olmo dalla distanza.


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