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Licenziamento Allegri, terzo posto finale e rientro nell'Eca: nasce adesso la nuova Juve

di Redazione TMW
Fonte: Antonio Paolino per BIANCONERANEWS.IT

Da ieri sera la stagione è davvero finita: dopo aver fermato la storia a Dublino, l'Atalanta ha consegnato ufficialmente il terzo posto in classifica alla Juventus mentre il Venezia si è aggiunto al listone delle squadre rientrate in poco tempo nella massima serie. Ma è stato anche il giorno in cui il calcio ha omaggiato Orsato per la sua ultima direzione di gara nei nostri campionati. Un'appendice all'Europeo e poi per il miglior arbitro italiano, secondo i colleghi con le medesime giacche d'ordinanza, la probabilissima chiamata per trasferire il nostro modello in Arabia. Speriamo però slegato dalle polemiche.

Juventus – Noi juventini, intanto, avevamo appena finito di scannarci per Allegri, anche solo per comprendere le ragioni del gesto più irrazionale della sua granitica gestione aziendalistica durata appunto dieci anni, meno l'ultima notte di coppa Italia. “Ha fatto bene” - secondo alcuni - “per far sentire la voce nel silenzio assordante della società”.
“Non è un comportamento tollerabile“, hanno replicato i saggi sabaudi trapiantati in ogni angolo del mondo, tanto da far cogliere la palla al balzo alla società che nella notte del 31 maggio gli ha fatto notificare il licenziamento per giusta causa, cancellandogli così un anno intero di retribuzione. Difficile non trovare un accordo, magari esercitando il solito diritto di riservatezza, pur di evitare i tempi biblici della nostra giustizia civile. Juve all'attacco, Allegri in difesa. Anche se la calma a questo punto è saltata un po' a tutti. Una Juve insomma pronta a puntare il dito contro il suo passato “tecnico”, ma anche verso quello manageriale che lo aveva scelto e rinnegato aprendo il borsello delle spese sproporzionate. Una scelta, quella di usare il pugno duro, per rimettere interessi e immagine della Juventus davanti a tutto.

Eca – Giusto il tempo per decidere da che parte stare, ma senza ragionevoli motivazioni, ed ecco arrivare un'altra scarica pericolosa per le coronarie del tifoso più intransigente. Pizza e birra erano praticamente sul tavolo per accompagnare la visione della finale di Champions quando l'annuncio del presidente dell'Eca ha di fatto bloccato il flusso di sangue verso le zone vitali del tessuto del tifoso. Anche qui pur di dare “contro”, non ad Allegri questa volta, ma al rappresentante massimo della proprietà bianconera, John Elkann, colpevole di aver tradito, rinnegato e fatto cancellare ogni traccia delle battaglie visionarie del cugino Andrea (Agnelli). Ma anche in questo caso è bene sottolineare - e lo penso seriamente - che il ritorno della Juventus nell'associazione europea per club (Eca), dopo averla abbandonata nel 2021, è un atto di grande responsabilità per poter contribuire, di nuovo e da dentro, al cambiamento del sistema calcistico europeo, dopo l'abbattimento dell'ingiusto monopolio esercitato fin qui dall'Uefa. Le guerre, spesso quelle di principio, non si vincono mai senza dialogo.

Le battaglie dei prossimi giorni? Concretizzare l'accordo con Thiago Motta, dove non ci saranno sorprese, e puntare gli obiettivi di mercato. Nell'ordine Koopmeiners e Calafiori, senza fare sconti a Rabiot sempre molto indeciso. Come spesso capitato, anche in campo, nei cinque anni in bianconero.


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