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Lazio, la dura legge del (non) gol: da Sarri a Tudor nulla è cambiato

di Lorenzo Beccarisi

Una settimana iniziata da Dio e finita come peggio non si può a Roma. Per Igor Tudor le prime tre partite alla guida della Lazio si sono concluse con tre punti e due sconfitte, entrambe dolorosissime. Il ko per 2-0 con la Juve a Torino complica e non poco il cammino verso la finale di Coppa Italia del 15 maggio all’Olimpico. Olimpico dove sabato la Roma è tornata a vincere un derby dopo tre sconfitte e un pareggio per i giallorossi nelle stracittadine. La peggiore delle sconfitte che chiude i sogni Champions e spalanca le porte ai tanti dubbi che da inizio anno affliggono l’ambiente biancoceleste.

Da Sarri a Tudor, manca il gol

Cambia tutto per non cambiar nulla. Tudor ha rivoluzionato la Lazio, dal sistema di gioco alle scelte di formazione. Dalla difesa a 4 alla linea a tre, da un Luis Alberto inamovibile con Sarri a uno spagnolo in panchina nelle due sfide di Serie A sotto la guida Tudor. Il tecnico croato sta provando a cambiare la Lazio, ma il problema resta. Solo un gol segnato al 93esimo in tre partite, realizzato da Marusic che non timbrava il cartellino in biancoceleste da quasi due anni. L’attacco non segna più e i numeri sono inquietanti. Tra le prime undici solo Monza e Torino hanno segnato meno della Lazio, squadre partite con obiettivi ben diversi dai biancocelesti e che si ritrovano a pochi punti da Immobile e compagni. Immobile che con sei gol è il miglior marcatore della Lazio in Serie A dopo 31 giornate. Per far capire la carestia di gol solo Lecce, Empoli, Verona e Cagliari hanno il loro capocannoniere sotto a Immobile nella classifica marcatori.

Dalla tentazione araba all’annata devastante

“Sono abituato a pensare positivo, ma una stagione così abbatte anche persone positive come me. Tra infortuni, gol sbagliati e prestazioni deludenti, essendo molto autocritico, è stata una stagione devastante”. Parole e musica dello stesso Ciro Immobile nella pancia dell’Olimpico dopo il ko nel derby. È chiaro che non sia tutta responsabilità di Immobile, ma da capitano e centravanti è lui l’emblema delle difficoltà offensive di questa Lazio. Dopo gli infortuni del girone di ritorno dello scorso anno era stato messo in discussione, le voci su un forte pressing del campionato arabo avevano fatto vacillare tutti, club e capitano stesso. Di comune accordo si è deciso di andare avanti ma i risultati, tanto della squadra quanto di Immobile, sono stati negativi. In estate potrà arrivare il divorzio dopo annate da record e tante, tantissime emozioni vissute fianco a fianco. Da qui a giugno però la Lazio dovrà trovare la chiave per chiudere con dignità la stagione. Tudor sta provando a introdurre “un gran bel gioco”, la Lazio in alcune situazioni tende a “non aver difesa e gli altri segnano”. “E poi vincono”, perché Immobile e compagni non segnano più. “È la dura legge del gol”, dal 1997 gli 883 la cantano a tutta Italia e mai come oggi la stanno imparando in quel di Formello.


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