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#iorestoacasa - TMW consiglia: Totti e Panenka, l'arte del cucchiaio

di Michele Pavese

Giovedì 29 giugno 2000, Amsterdam. È il giorno della semifinale dei campionati Europei, tra i padroni di casa dell'Olanda e l'Italia. Dopo una battaglia di 120', terminata in parità grazie alle prodezze di Francesco Toldo e una stoica difesa, gli azzurri tornano ad affrontare un vecchio spauracchio: i calci di rigore, fatali nelle ultime due edizioni dei Mondiali. Quel giorno, però, tutto lasciava presagire che la maledizione sarebbe stata spezzata. O meglio, trasferita agli Oranje, che già avevano fallito due tiri dal dischetto nei tempi regolamentari. Di Biagio segna e scaccia i fantasmi francesi, Frank de Boer sbaglia; Pessotto segna, Stam sbaglia. Il terzo a presentarsi davanti a van der Sar è Francesco Totti, uno dei migliori giocatori della manifestazione, la prima veramente importante della sua carriera. Si fa la storia, forse la leggenda: "Mo' je faccio er cucchiaio", confida a uno sbigottito Di Biagio. E cucchiaio fu.

Il Pupone non è il primo a tentare quel tipo di giocata agli Europei. C'era già riuscito il centrocampista della Cecoslovacchia, Antonin Panenka, in una partita ancor più decisiva: la finale contro la Germania, disputata a Belgrado il 20 giugno 1976. Quello di Panenka è il tiro che può consegnare la vittoria, dopo il rigore calciato alle stelle da Hoeness. Sfrontatezza, incoscienza, colpo di genio: Panenka fa lo scavetto e batte Maier, regalando al calcio un gesto tecnico che verrà imitato nei decenni successivi, non sempre con risultati esaltanti.

Il cucchiaio di Totti

Il cucchiaio di Panenka


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