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Inter, rigore, diplomazia e soldi per spodestare la Juventus

di Alessandro Rimi

Proprietà asiatica che vuol dire rigore e programmazione. Dirigenti forgiati nella Juventus campione di una quasi intera decade: tradotto significa mentalità. Mercato che di recente trova nella Premier, top lega mondiale (per spettacolo, intensità, lungimiranza, giro d’affari e strutture), il luogo ideale per rinforzare una rosa già attaccata alla vetta della montagna bianconera. Difficile trovare molti club europei più concentrati, chiari e ambiziosi come l’Inter di Suning, di Beppe Marotta e Piero Ausilio, dello spietato condottiero Antonio Conte. Il progetto, come ribadito più volte da quando è al timone Zhang Jindong, non sembra presentare alcuna lacuna. La sessione invernale di calciomercato in corso, non fa altro che connotare i propositi del nuovo pianeta Inter. Che, dopo Romelu Lukaku e - con la sponda del Parma - Matteo Darmian (bloccato per l’estate con un triennale già pronto), ha appena comprato Ashley Young dal Manchester United. In più, il club di Viale della Liberazione, è a un passo da Christian Eriksen del Tottenham e Olivier Giroud del Chelsea. E con i blues, saltato Leonardo Spinazzola, si parla adesso di un altro pallino di Conte, ovverosia Victor Moses. Si lavora per chiudere un cerchio scientifico, preciso, vincente. Così l’Inter progetta il ritorno al trono d’Italia


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