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Inter, cuore e reazione al momento sufficienti solo in Italia

di Alessandro Rimi

Strepitosa, straordinaria, sorprendente Inter. Oltre ogni aspettativa, capace di sopperire alla mancanza di elementi essenziali. Sensi, Sanchez, Asamoah, Politano e D’Ambrosio (contro l’Hellas in campo solo alla fine). Attori che, per questa squadra, in questa rosa, recitano ruoli troppo importanti perché in loro assenza lo spettacolo possa avere successo. Eppure, la compagnia di Conte ha gestito i vuoti meravigliosamente. S’è inventata soluzioni che nessuno avrebbe potuto immaginare. Non ha mai abbassato un attimo il livello di tensione necessario affinché il pubblico (nerazzurro e non solo) possa tornare a casa soddisfatto e con la mente rapita dai sogni. L’Inter è lì, a -1 da una Juventus costretta a girare a mille. Ha conquistato 31 punti nelle prime 12 gare di Serie A. Un record per i nerazzurri nell’era dei tre punti. Da oltre trent’anni non si viaggia a un ritmo simile. Folle. Conte ha forgiato questa squadra nel nome del cuore, dell’unione e della reazione incondizionata. Così come, d’altronde, aveva fatto in passato proprio con la Juve e il Chelsea, allo stesso modo attraverso il quale marchiò la sua Italia. Fattori che, senza troppi giri di parole, potranno consentirgli di emulare le imprese compiute nel corso della sua carriera da tecnico. Per la Champions non ci siamo ancora. All’Inter mancano quelle alternative di lusso sulle quali le grandi d’Europa possono contare. Manca un pizzico di esperienza e maturità che arriverà col tempo. Se le basi sono queste, in effetti, neanche troppo.


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