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Inter, Conte vince sempre. Dirlo è difficile, farlo è quanto meno mostruoso

di Alessandro Rimi

Quando vinci undici partite di fila e rispondi colpo su colpo - spesso giocando dopo - alle inseguitrici, quando non sai fare altro che guardare al bottino pieno altrimenti non si può fare, quando anche davanti ai muri la squadra non si ferma e continua a sparare fino a demolirli, capisci che la stagione può andare solo in modo, può andare solo con la vittoria dello scudetto, piegando in modo spietato ogni sogno, tentativo, speranza delle avversarie. 33 punti su 33 dal giro di boa è qualcosa di incredibile da raccontare, disumano per come l'Inter, in qualche modo, anche quando pensi "beh, questa è davvero tosta, potrebbero fermarsi al pareggio", riesce a vincere le partite. Una marcia che è connaturata in questo gruppo, figlio di un allenatore che sulle tappe ha pochissimi rivali in Europa. L'istinto letale instillato nelle menti dei giocatori da Antonio Conte è un qualcosa di raro. Lo paghi caro, se lo vuoi. E di fatti l'Inter paga tanto per poterne disporre. Per poterne godere appieno. La perfezione puoi batterla solo con qualcosa di più che in fondo non esiste. Nessuno avrebbe perciò potuto scrivere una storia diversa in questa Serie A. Perché dire "vincere sempre" è parecchio complicato. Farlo è, sinceramente, mostruoso.


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