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Il no ai tortellini e l'ammirazione per Lautaro e Retegui. A tutto Santiago Castro

di Simone Lorini

Santiago Castro, nel corso della propria intervista al Corriere dello Sport, ha parlato anche: "Io lo guardo molto. Non è uguale, ma io penso a giocare come lui che è un giocatore fortissimo, che è un capitano di una delle squadre più grandi del mondo. L'ho conosciuto personalmente prima di Bologna-Inter della scorsa stagione e mi ha detto che il calcio italiano è durissimo. Nello stile di gioco siamo simili, io ho guardato i suoi movimenti, non solo i suoi ma di tutti i numeri 9. Con Retegui ho parlato prima di Genoa-Bologna, mamma mia, un gran giocatore. Per la "garra" mi hanno accostato a Tevez, quella non deve mancare mai. Ma io guardo anche Julian Alvarez perchè per me guardare un giocatore di classe mondiale è meglio: posso nutrirmi da questi".

Ma il suo idolo in assoluto chi è?
"Messi, lo seguo fin da piccolo. Chi è nato dopo il 2002 in Argentina guarda Messi. Maradona è un idolo, ma è lassù, lontano".

E alla nazionale ci pensa? Nel 2026 ci sarà il Campionato del Mondo.
"Quello è un sogno, ma penso all’oggi. II calcio è strano. Io devo occuparmi di migliorare, crescere e lavorare per la squadra, anche se fra un gol a Liverpool e la nazionale non ho dubbi: l’albiceleste".

Sulla gamba Castro si è anche tatuato la Torre di Maratona, simbolo dello stadio Dall'Ara.
"Mi piace: io voglio raccontare la storia sulla mia pelle. Ho una ventina di tatuaggi e tra poco ne aggiungerò uno sul braccio, un simbolo del Velez".

E i tortellini?
"Non li mangio molto, perchè devo mangiare sano".


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