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Il Milan ha chiuso ieri la sua stagione. Ma il lavoro duro è appena iniziato

di Antonello Gioia

Con il 5-1 del Milan sul Cagliari e l'1-1 tra Juventus e Salernitana, la squadra rossonera di Stefano Pioli ha conquistato ufficialmente il secondo posto in classifica in Serie A alle spalle dell'Inter Campione d'Italia e la qualificazione alla Supercoppa Italiana da disputare a gennaio 2025 con due giornate d'anticipo. Dunque, la stagione è finita. Con una variazione rispetto al consueto rituale del messale romano: non andate in pace.

Obiettivi sfumati
L'annata 2023-2024 dei rossoneri è, infatti, stata deludente, con tutti gli obiettivi massimi prefissati all'inizio e nel corso della stagione che sono sfumati troppo presto tanto da non essere né raggiunti né quantomeno avvicinati: la lotta per lo Scudetto (finita a dicembre), la Champions League (finita a dicembre), l'Europa League (finita indecorosamente ad aprile contro la Roma) e la Coppa Italia (terminata a gennaio). Ed è ovvio che, considerando come sono andate le cose, dovrà essere una lunga estate di lavoro per far sì che tutto ciò che (non) è successo in questa stagione accada nella prossima.

Lavoro appena iniziato
Insomma: la stagione è finita, ma non si può andare in pace. Il clima di San Siro nelle ultime due partite ha già mostrato la rabbia del popolo milanista, al quale bisogna rispondere con i dovuti fatti: servirà un allenatore di spessore, di status, gradito alla piazza, che infonda entusiasmo e mentalità alla rosa, da rinforzare durante il calciomercato con i giusti puntelli senza lesinare soprattutto sul nuovo numero 9. La dirigenza ha dimostrato, durante la scorsa estate, di non aver paura di investire, ma quest'anno si è chiamati a fare ancora di più. Perché la stagione è finita, ma il lavoro duro è appena cominciato.


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