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Il gol non c'è, tutto il resto sì: Juve, 102 tocchi e l'importanza di Dybala

di Ivan Cardia

102 palloni toccati. Paulo Dybala non segna, ma è ovunque, nella manovra della Juventus. 102: sono i tocchi dell'argentino nel 3-0 contro il Chievo. Mai così tanti in una sola partita da quando gioca in Serie A. Ispira il gol del 2-0 e cuce la manovra dei suoi. Collante tra centrocampo e attacco, argento vivo di una squadra che ha forse ha perso un grande realizzatore, ma di sicuro ha trovato un grandissimo costruttore di gioco. Allegri ha ottenuto quel che voleva: il famoso tuttocampista non era un termine coniato a caso. Le critiche, per Dybala, arrivano se si guarda il tabellino: a guardare il campo, lo si scorge un po' ovunque. La Joya sbaglia poco e nulla, aiuta i compagni, detta i tempi e mette a tu per tu col portiere: solo Emre Can sfrutta il suggerimento, ma è un dettaglio. È dovuto ad altri. I gol arriveranno, lo ha assicurato lo stesso Allegri, che comunque capisce quanto la gioia personale, per un giocatore che in bianconero ha sempre gravitato attorno alle 20 reti stagionali, non sia proprio un dettaglio. Arriverà, il tempo dell'affermazione personale. In questa Juve non c'è bisogno, almeno non per il momento, dei gol di Dybala. C'è bisogno di tutto il resto del repertorio dell'argentino: senza quello, è tutta un'altra squadra.


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