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Il Corini-bis rivitalizza il Brescia. E il tecnico adesso può rinnovare

di Gaetano Mocciaro

Eugenio Corini era tornato a Brescia per acclamazione. I giocatori ne avevano invocato il ritorno, riconoscendone l'importanza avuta nel condurre le rondinelle in Serie A e colpe minime per una classifica deficitaria in cui la squadra si trovava.

Un esonero nato da un "corto circuito comunicativo" con Cellino, un rapporto che si è ricomposto al punto tale da ricevere dal presidente la proposta di rinnovo. Per un bresciano di nascita come lui il massimo e da parte della proprietà un segnale soprendente e forte. La salvezza, nell'arco di una settimana, è diventata da mission impossible a obiettivo ampiamente alla portata. Dopo il 3-0 contro il Lecce la squadra si trova, in attesa delle altre partite, virtualmente salva.

Due vittorie consecutive e il tabù delle partite in casa infranto. Oggi il pubblico bresciano è tornato a festeggiare una vittoria in Serie A dopo 8 anni e 8 mesi (Brescia-Bologna 3-1 il 2 aprile 2011). E mercoledì ci sarà il recupero della sfida contro il Sassuolo al "Rigamonti", che potrebbe permettere alle rondinelle di volare ancora più in alto. Poi toccherà al Parma (al Tardini) e Lazio (in casa) prima di chiudere l'anno e pensare al mercato. Per puntellare la squadra e portarla alla salvezza, obiettivo che a Brescia, dagli anni '90 ad oggi, è stato centrato solo nel periodo 2000-2005, ossia nell'era dei Roberto Baggio, oltre che dei Guardiola, dei Pirlo e dei Luca Toni.


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