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Il City sorride, Guardiola anche: la permanenza a Manchester passa da probabile a certa

di Simone Bernabei

Il Manchester City ha avuto ragione. Il TAS, in molti se lo aspettavano, ha annullato l'esclusione del club inglese dalle prossime due edizioni della Champions League. La UEFA aveva preso questa decisione nei mesi scorsi, il City convinto della propria buona condotta si è appellato al TAS e come detto alla fine tutto si è risolto con un nulla di fatto o poco più. Al netto di una multa da 10 milioni di euro per non aver collaborato con la UEFA, il City potrà quindi giocare in Champions League senza condizionamenti. Una scelta che, inevitabilmente, avrà ripercussioni su tanti altri aspetti. Uno di questi è proprio quello che riguarda il tecnico Pep Guardiola.

Voleva restare prima, figuriamoci ora - Nelle ore successive alla presa di posizione della UEFA datata 14 febbraio, Guardiola era stato chiaro: "Amo questo club. Resterò al 100% in ogni caso". Una dichiarazione che però si scontrava con la realtà. Cosa sarebbe successo se gran parte dei big avessero chiesto la cessione vista la non partecipazione alla Champions? Lo stesso City, senza gli introiti europei, avrebbe potuto rivedere il proprio progetto e quindi ripensare anche alla guida tecnica? Oltre a questo, mai dimenticarlo, c'erano le solite voci di mercato riguardanti gli interessi di Juventus e Barcellona. Ora però di dubbi ne esistono ben pochi: Guardiola voleva restare prima, lo farà sicuramente adesso. Per portare a termine un'esperienza che, numeri alla mano, sarà la più lunga e duratura di tutta la sua carriera da allenatore.


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