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"Mi hanno detto che sono basso". Sensi, un gigante con Conte

di Ivan Cardia

"Mi hanno detto che sono basso. In qualche modo dovevo rispondere". Così, col sorriso sulla bocca, Stefano Sensi, commenta il secondo gol della sua avventura interista, quello che è valso l'1-0 sull'Udinese. Di testa, alla faccia del mismatch con Rodrigo Becao, gigantesco difensore dei friulani, rimasto a guardare mentre il numero 12 di Conte gli scappava da sotto il naso e batteva Musso con un colpo che sulla carta non dovrebbe fare parte del suo repertorio. Ma Sensi questo non lo sa, e se ne frega.

Può diventare un gigante. A centrocampo, il colpo di mercato dell'estate interista doveva essere Nicolò Barella. Dopo tre giornate, è ancora presto per emettere verdetti destinati a essere smentiti. Però è un dato di fatto che, tra i due, quello capace di inserirsi meglio negli schemi di Conte, fin qui, sia stato proprio Sensi. Tante le ragioni: lavora da più tempo col tecnico, e i due anni di esperienza in più dovranno pur sentirsi. Dove può arrivare? Dopo quest'avvio di stagione, verrebbe da dire ovunque.

Il Marchisio dell'Inter? Volendo fare un paragone (forzato?) con la Juventus di Conte, nel primo anno del salentino il centrocampista più prolifico fu Claudio Marchisio. Pirlo regista, Vidal a fare quantitù e qualità, il Principino a inserirsi, nella sua annata migliore in carriera. Le caratteristiche, fisiche e tecniche, sono diverse. La capacità d'inserimento, per quanto visto fin qui, non molto. Marchisio chiuse a 9 gol il primo campionato di Conte in bianconero, Sensi è già a due.


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Domenica 19 Maggio 2024